Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Il commissario Soneri e la mano di Dio

di Valerio Varesi

Ediz.  Frassinelli – Pagg. 278  – € 18,00

Trama: Sotto il ponte più antico di Parma, il cadavere di un uomo affiora dalla riva melmosa. È stato assassinato, e poi gettato in acqua chissà dove, finché la corrente non l’ha portato lì. Il commissario Soneri, incaricato delle indagini, si affida come sempre all’istinto e raccolti i primi, labili indizi, decide di risalire il fiume.

In un freddo, piovoso pomeriggio di gennaio, il suo tragitto a ritroso lo conduce in un borgo isolato dell’Appennino, vicino a un passo percorso un tempo da mercanti e pellegrini e ora battuto da ambulanti extracomunitari, ma anche da “spalloni” della droga.

I paesani parlano poco e malvolentieri, l’ostilità verso l’intruso, perdipiù sbirro, è palese, tuttavia Soneri arriva a scoprire in fretta l’identità della vittima – un ricco e temuto imprenditore del posto – e a legare il suo nome a un pesante scontro di interessi sul futuro di quelle montagne.

Col passare dei giorni l’inchiesta si fa sempre più inquietante, mentre il commissario cerca, letteralmente, di trovare la pista giusta fra sentieri impervi che si perdono in un paesaggio intatto di neve, alberi e acqua.

In questo scenario che lo affascina e insieme lo turba, s’imbatte in alcuni bizzarri personaggi, raccolti in una sorta di “comunità dei boschi”, e in uno scomodo prete dalla fede eversiva, confinato per punizione in quel luogo dimenticato da Dio…

Letto da: Paolo

Opinione personale: Inizialmente ho percepito una certa stanchezza del personaggio, con dei momenti in cui si parlava un pò addosso, sensazione che ho ritrovato verso la metà del libro. La storia poliziesca, tutto sommato resta in secondo piano, come soffocata dall’atmosfera ben raccontata che si vive nell’isolato paese dell’appennino e con i personaggi principali ben delineati e raccontati al meglio.

Qualche perplessità nella figura dei carabinieri, che ho trovato banali, con il solito clichè dei due meridionali, ridotti a semplici fattorini del magistrato inquirente. Una storia parlata, nella quale il movimento, cede il passo ai dialoghi,  alle parole non dette, e che hanno catturato la mia attenzione, nonostante l’impasse iniziale, il che per quel che mi riguarda, non è poco. Un libro gradevole, nel complesso, soprattutto nella parte centrale.

P.S. Mi piacciono i particolari, per cui sarei curioso di sapere come il commissario proveniente dalla città, bloccato nel paese montano per alcuni giorni, abbia potuto girovagare per boschi, sotto nevicate abbondanti, di giorno e di notte, senza un’abbigliamento adeguato. Dico senza perchè si da tutto per scontato.

Ho letto altri libri dove la credibilità del personaggio, in un dato contesto, aumentava proprio perchè si trovava in netta difficoltà, camminando magari nella neve con i mocassini…

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 28 marzo 2011 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .