Questa è una storia su cui bisogna andarci piano: tra le altre cose, è morta una neonata di un mese e la sua mamma è l’unica sopravvissuta tra gli occupanti dell’auto su cui viaggiava, scontratasi frontalmente con un’altra.
Ma l’incidente dell’altra notte alle porte di Verona sarà meno insopportabile se ne trarremo un’indicazione giusta per la sicurezza.
E l’indicazione viene quasi da sola: guardando le foto, si vede chiaramente che la neonata era su una “navicella”, cioè una delle culle adattabili che si possono anche montare su un telaio a rotelle in modo da diventare carrozzine.
Alcune sono anche omologate per l’uso in auto. Ma tutti i test concordano nel classificarle in coda: sono meno efficaci dei seggiolini (quelli più piccoli per i più piccoli, noti come “ovetti” e anch’essi spesso utilizzabili fuori dall’auto, perché montabili sul telaio di un passeggino).
Ovviamente non mi stancherò mai di ripetere che pure l'”ovetto” protegge poco se viene usato male: occorre assicurarlo in modo perfetto al sedile (molto meglio se ha gli agganci Isofix) e regolare l’altezza delle cinturine in base alla corporatura del bimbo. Ricordate che nei primi mesi si cresce molto, quindi le regolazioni devono essere frequenti.
Tra le vittime dell’incidente c’è anche un’altra bambina: otto anni, viaggiava sul sedile anteriore. Non è chiaro se fosse anche lei su un seggiolino. Però in Italia è chiaro che a quell’età quasi tutti i bambini vengono fatti viaggiare senza: pochi immaginano che le protezioni supplementari sono obbligatorie fino ai 12 anni o fino a quando si raggiunge il metro e mezzo di statura.
E, in ogni caso, i bambini sono più fragili degli adulti, quindi meglio farli sedere (col seggiolino) dietro. Nel caso di Verona va però detto che ciò sarebbe stato impossibile: la vettura era un’utilitaria e dietro accanto alla “navicella” c’era posto solo per un’altra persona (la madre della neonata, che evidentemente doveva accudirla).
Con tutto questo non voglio dire che le due madri che viaggiavano sull’utilitaria avrebbero salvato le loro figlie se fossero state più accorte, coscienziose e informate: questo potrà dimostrarlo solo l’inchiesta penale in corso.
Ma di certo evitare tragedie del genere è spesso possibile: basta osservare le semplici regole che ho appena ricordato.
E invece continuo a vedere amici che mi chiedono se sia necessario usare i seggiolini anche per trasportare i loro bambini appena nati. E, quando rispondo di sì, restano a bocca aperta.
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Non me ne parlare, ogni giorno lotto con le mamme degli amici di mio figlio (10 anni) per i seggiolini…