In sintesi un articolo di Dario D ongo che leggo su Il Fatto Alimentare
Nel 2030 il 40% della popolazione europea nel 2030 avrà più di 65 anni, con un’aspettiva di ulteriori quindici-venti anni di vita. Per soddisfare i bisogni specifici della popolazione senior, il 5 maggio a Bologna è stato presentato il progetto “Nu-Age”, finanziato dalla Commissione Europea.
È essenziale capire in che modo si può migliorare la qualità della vita e, soprattutto, prevenire o almeno attenuare l’impatto delle malattie legate all’invecchiamento, riducendo anche i costi sanitari.
Molti fattori – biologici, sociali e ambientali – influiscono sull’invecchiamento. La dieta gioca un ruolo cruciale, me la ricerca è ancora carente.
Il progetto di ricerca “Nu-Age”2 mira a sviluppare un nuovo approccio dietetico rivolto agli over-65. Verranno perciò analizzati gli studi già disponibili e se ne avvierà uno nuovo, in cinque Paesi UE (tra cui l’Italia), su 1250 volontari che si impegneranno a seguire i consigli dietetici dei ricercatori.
Il progetto ha una durata di cinque anni, ma guarda già oltre. I risultati saranno disponibili per i cittadini, la comunità scientifica, i professionisti della salute, oltre che per gli operatori della filiera alimentare e le Istituzioni. E porteranno un contributo utile ai lavori della Partnership di Innovazione Europea Pilota sull’Invecchiamento Attivo e Salutare, recentemente lanciata dalla Commissione europea.
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