Oggi è caduto un altro pezzo della barriera eretta da sempre dai gestori di strade per difendersi da responsabilità degli incidenti: la Corte di appello di Messina ha condannato a un anno e sei mesi per omicidio colposo plurimo i quattro dirigenti del Cas (Consorzio autostrade siciliane) imputati per la morte dei quattro occupanti di un’auto precipitata da un viadotto della Messina-Palermo il 2 maggio 2006 (Scarica Sentenza storica Corte Appello Messina).
Ovviamente questa storia non finisce qui: è logico aspettarsi che gli imputati ricorrano in Cassazione. Ma i giudici messinesi hanno dato un’interpretazione importante sull’annosa vicenda dei guard-rail inadeguati: il gestore deve migliorarli anche quando risalgono a prima che fossero emanate le ultime norme in materia.
Principio importante, anche perché – per quanto ne so io – finora i precedenti avevano riguardato solo errori di montaggio e progettazione.
Inoltre, è stato colpito il Cas, consorzio di emanazione regionale che della Regione siciliana pare rispecchiare anche sprechi e turbolenze politiche, tali da indurre i buoni amministratori a lasciare il posto.
Infine, il viadotto su cui è accaduto l’incidente (quello di Ritiro, posto panoramico in mezzo alle colline dietro Messina con vista sullo Stretto) è di quelli che a un profano sembrano sicuri: è stato uno dei primi (almeno al Sud) ad avere scenografici guard-rail “a tutta altezza”.
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