Olio riciclato in Cina, ucciso il giornalista Li Xiang

Li Xiang, un giornalista cinese che sul suo blog si era occupato di uno scandalo alimentare relativo al riciclaggio dell’olio da cucina è stato ucciso a coltellate il 20 settembre.

Leggo su Lettera 43 che:

La vicenda aveva finito per portare all’arresto di 32 persone e al sequestro di oltre 100 tonnellate di olio di scolo, utilizzato dai ristoranti, lavorato e riciclato come quello da cucina.

I giornali cinesi hanno riportato la notizia mentre sul web sono nate subito le polemiche: nessuno crede che Li Xiang sia morto dopo una tentata rapina. Tutti pensano a qualche collegamento con lo scandalo dell’olio di scolo.

Il giornalista ufficialmente non aveva ancora realizzato nessun servizio sullo scandalo dell’olio. Si era limitato a riportare informazioni sul suo blog, attraverso comunicazioni ottenute dalle autorità, che continuavano a negare un loro coinvolgimento nella vicenda.

L’olio usato riciclato illegalmente, è spesso raccolto da canali di scolo nel retro dei locali. Lavorato, viene rivenduto ai ristoranti, specie quelli di piccole dimensioni, attratti dal basso prezzo.

China Hearsay ha intervistato un magnate nella produzione dell’olio da cucina che ha scelto di rimanere anonimo: «Ho pensato che il governo fosse a favore del riciclaggio, ed ero orgoglioso di essere coinvolto in un settore del genere, ma ora con questa nuova campagna di repressione, non so cosa pensare. Le cose cambiano così rapidamente in Cina. Il mio reparto di gestione del rischio è totalmente confuso in questi giorni».

Li Dilian, popolare conduttrice di ‘Jia You!’ uno show televisivo culinario negli studi di Chengdu, ha recentemente dedicato un intero episodio ai piatti a base di olio usato.

«La risposta è stata fantastica. Il sapore piccante associato all’olio di scolo può fare miracoli per piatti semplici e quotidiani. Non capisco questa campagna di repressione. Le persone dovrebbero essere libere di usare qualsiasi ingrediente esse desiderino».