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Che cos’è la guerra: Sobratha, 9 gennaio 2012

Ricevo da Miro e pubblico

Questa storia non  è piacevole, in essa non c’è nulla di divertente e non c’è nemmeno un mio commento, perché credo che si commenti da sola.

Sono tornato in Libia la prima volta il 22 ottobre, il giorno dopo l’uccisione di Gheddafi.

Ero in Tunisia all’affannosa ricerca di qualche commessa  che desse un po’ di ossigeno alla mia ditta travolta dalla crisi libica quando il cliente  mi chiamò per dirmi che poteva mandarmi a prendere a Djerba.

Nonostante  tutti a Tunisi mi sconsigliassero di farlo ci andai: alla frontiera Libico Tunisina ho fatto amicizia con un operatore di Rai2 e con quelli di Sky News, eravamo tutti in fila per entrare, loro per  vedere la salma dell’ex dittatore a Misurata, io per andare al  cantiere a organizzare la ripresa dei lavori.

C’era gente che suonava il clacson o il cicalino dei motorini, altri sparavano  in aria: tutte le persone che ho incontrato in quei due giorni mi venivano incontro, mi abbracciavano e mi spiegavano che Gheddafi era morto e la Nuova Libia sarebbe stata un’altra cosa.

Per me quel viaggio è stato una specie di trip, tutti sembravano fuori di testa ed io, che  finalmente sapevo, dopo sei mesi di incubi ad occhi aperti, che avrei ricominciato a dormire ed a vivere una vita normale, non è che fossi molto più lucido degli altri.

La percezione esatta di cosa sia una guerra l’ho avuta solo oggi: neanche ieri, quando, rifacendo per la prima volta la strada dall’aeroporto a Sobratha ho visto molti edifici devastati dal conflitto ma solamente questa mattina.

Mi sono svegliato nell’unico Hotel di Sobratha, lo stesso in cui vengo da quattro anni oramai.

In portineria ho trovato lo stesso ragazzo che mi ha ricevuto ieri sera, l’ho salutato sono uscito e fuori ho incontrato il mio amico Faker che mi aspettava per portarmi in cantiere. Era troppo presto per far colazione al bar dell’albergo così ci siamo presi un caffè per strada. Parlando con Faker e sorseggiando il terribile caffè che è riuscito a trovarmi gli ho chiesto come mai all’hotel ci fosse una faccia nuova.

Prima della guerra alla reception trovavo alternativamente due ragazzi sulla venticinquina che mi chiamavano Mr Miro e regolarmente sciorinavano con me tutte e cinque le parole di italiano che conoscevano mentre  al bar c’era un ometto che mi ricordava irresistibilmente Macario il quale  apparecchiava con cura meticolosa  i tavoli per la colazione per tutti i quattro o cinque clienti che quell’hotel aveva ogni giorno.

Poi stava tutto il resto della giornata  al bar/ristorante, quasi sempre deserto, come un sovrano nel suo regno, impegnato ad allineare due posate o a sciacquare una tazzina con l’espressione di Barnard che operava a cuore aperto. Persone innocue che pensavano di aver trovato nel loro lavoretto da pochi dinari al giorno un’isola di tranquillità.

Sono morti tutti e tre, disintegrati da una bomba entrata dalla finestra, probabilmente erano tutti nella stessa stanza per prendere un tè o forse per discutere se cambiare gli asciugamani una o due volte la settimana, non lo sapremo mai.

Così come non sapremo mai se la granata che li ha tolti dal mondo era di Gheddafi o del CNT, comunque di sicuro non era una bomba intelligente.

P.S. La guerra o rivoluzione libica che dir si voglia ha fatto almeno cinquecentomila vittime, questo è almeno il numero stimato dai libici, i quali in tutto non arrivano ad essere cinque milioni.

Un commento su “Che cos’è la guerra: Sobratha, 9 gennaio 2012

  1. Nadia
    13 gennaio 2012
    Avatar di Nadia

    Quanto struggente e quanto bello ed intenso il racconto di Miro. Ha ragione, è difficile capire cos’è una guerra e forse, proprio per questo motivo ci siamo sempre così vicini…..

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 13 gennaio 2012 da in Lo spazio dei ricordi, Pensieri, parole, idee ed opinioni, Persone & Società con tag , , , , , .