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Niente da fare, non si trova il modo di ridurre lo stipendio ai parlamentari…

Ho letto ieri sul Televideo il lancio di questa notizia che fa ben capire quale sia l’aria che tira; sacrifici garantiti per molti, (ma non per tutti) ed equità, una parola vuota, usata ed abusata fino a farla diventare l’ennesima presa per … i fondelli.

Copio la prima parte dell’articolo di Mario Giordano:

Non ce l’hanno fatta a tagliare gli stipendi dei parlamentari. Proprio non ci sono riusciti.

Hanno messo insieme un gruppo di professoroni, roba da Pico della Mirandola e Archimede Pitagorico, cervelloni con curriculum lunghi come la quaresima, prof.avv.cav.grand.uff, ordinari di università due e tre, titolari di cattedre e saperi dottorali, giuristi, economisti, bocconiani, hanno trasformato il gruppo in una commissione, hanno dato la poltrona di presidente della commissione al capo dell’Istat, Enrico Giovannini e poi hanno dato loro 7 mesi di tempo (per la precisione 7 mesi e 4 giorni).

E alla fine questo grumo di intelligenza riunito, questo concentrato di sapienza universale, che cosa ha prodotto? Niente. La resa. Bandiera bianca. «Gettiamo la spugna».

Gli stipendi dei parlamentari sono i più alti d’Europa ma non si possono tagliare, hanno concluso. E hanno sciolto la commissione. Roba che verrebbe da sciogliere anche la loro laurea. Nell’acido, però.

Dico io: ci volevano il presidente dell’Istat e la laurea alla Bocconi per dire come tagliare gli stipendi dei parlamentari?

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