in sintesi un articolo di Dario Dongo che leggo su Il Fatto Alimentare
Sull’etichetta del vino non si può scrivere che è “digestivo”, lo dice la Corte di Giustizia.
L’approccio del legislatore europeo nei confronti delle bevande alcoliche è duro, come si è visto nel così detto regolamento ‘claims’, che vieta di riferire alcun beneficio salutistico associato al loro consumo, a prescindere dalla fondatezza scientifica. L’avvocato generale presso la Corte di Giustizia ribadisce il concetto, negando pure la possibilità di citare la digeribilità di un vino a basso tenore di acidità.
La controversia è insorta tra una cooperativa di viticoltori e il Land Renania-Palatinato, che aveva censurato la pubblicità di un vino che veniva descritto come ‘digeribile’, con riferimento alla sua lieve acidità.
I viticoltori hanno presentato ricorso alla Corte amministrativa federale, evidenziando che ‘digeribile’ è un concetto ben diverso da ‘digestivo’. Insomma non era nelle loro intenzioni vantare un beneficio per la salute vero e proprio, ma solo una qualità di quel vino, dimostrata dalle analisi chimiche, che lo distingue rispetto ad altri per una migliore digeribilità di quello stesso prodotto.
Sull’etichetta del vino renano, in effetti, è indicato quanto segue: «Delicato grazie all’utilizzo del nostro speciale processo protettivo LO3 di deacidificazione biologica». Il collarino sulle bottiglie reca la dicitura ‘Edizione delicata, sana/facilmente digeribile’, e sul listino dei prezzi il prodotto è descritto come ‘Edizione delicata – lieve acidità/digeribile’.
Ma il Tribunale amministrativo e la Corte d’appello hanno dato torto ai viticoltori e questi sono perciò ricorsi al la Corte di legittimità tedesca che ha mostrato di condividere le tesi dei ricorrenti: un riferimento alla digeribilità dei prodotti, motivato dalla loro lieve acidità, attiene soltanto e si esaurisce nell’affermazione che, durante la digestione, il vino non causerebbe disturbi allo stomaco, o causerebbe minori disturbi di quanto normalmente ci si possa aspettare da un vino dello stesso tipo e qualità.
Oltretutto, secondo la Corte tedesca, indicare che un alimento è ‘meno dannoso’ per la salute rispetto a prodotti analoghi, è cosa diversa da indicare un miglioramento della salute. Ma a scanso di equivoci, trattandosi di interpretare norme comuni, la questione è stata portata a Lussemburgo.
È ora attesa la pronuncia della Corte di Giustizia, che tuttavia tende in genere a confermare le conclusioni dell’avvocato generale. “Edizione delicata” può dunque passare, “lieve acidità” pure, ma non si osi parlare di digeribilità.