Nel’aprile 2010 davo notizia del fatto che era in scadenza la concessione in mano ad Ora Elettrica da 80 anni e così commentavo:
Posso benissimo capire che sia necessario predisporre gare d’appalto secondo le leggi vigenti, posso ipotizzare che Ora Elettrica non si aggiudichi la gestione del tempo milanese, come è stato negli ultimi 80 anni, tuttavia temo l’appalto al ribasso, con orologi che siano ingoiati da pannelli pubblicitari e che, una volta di più, questo adeguamento snaturi ed appiattisca la città, togliendo dalle strade un simbolo.
Detto per inciso, nonostante l’orologio nel cellulare, quello sul cruscotto dell’auto e quello da polso, a me capita spesso di alzare lo sguardo verso i nostri orologi…
oggi leggo un articolo (qui in sintesi) sul Corriere che racconta di come 3 orologi su 4 indichino ore diverse, vanificando di fatto l’utilità del servizio il che equivale a buttare il soldi …
Zoppica la rete degli orologi pubblici che hanno scandito le ore per molto più di un secolo, a Milano. Zoppica, perché l’ora pubblica più antica d’Europa non è più una rete omogenea. Qua e là, gli storici quadranti hanno fatto posto ad altri di colore grigio antracite.
Di Ora elettrica, però, è rimasta solo la firma, non la sostanza, perché da un anno esatto la società ha dovuto abbandonare la gestione della complessa rete di orologi – 1.354 Tic Tac sono disseminati per la città -. E così in una stessa strada, è il caso di via Sarpi o di corso Buenos Aires, di «Tic Tac» vecchia maniera ce ne sono uno ogni cento metri, ma tre su quattro capaci di indicare ore diverse.
I commenti sono chiusi.
Sai che proprio proprio in quest’ultimo periodo stavo notando che i “nostri” orologi non segnano più l’ora giusta oppure sono addirittura fermi??