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Più bici in giro, più anarchia sui marciapiedi

leggo un post di Maurizio Caprino, sicuramente interessante e che evidenzia un problema che c’è. Il vero pericolo non è tanto il ciclista sul marciapiede, che su certe strade è forse un suicidio transitare, bensì lavelocità e la condotta di guida con cui transita.

Resta il fatto poi che la maggior parte dei ciclisti non usa le piste ciclabili, se disponibili, come obbliga il codice, ma anche ilbuon senso. Basta percorrere Viale Caprilli per rendersene conto.

In ogni caso Caprino parla di bici, ma io rispondo con le moto e scooter; si va dalla mia esperienza personale, quasi investito sul marciapiede da un motorino, sino a quello che tutti possono osservare in Viale Marche, ogni mattina ovvero le moto che evitano le file transitando sul marciapiede, mai lentamente, spesso troppo velocemente.

E prima o poi uscirà qualcuno da dietro l’angolo, e poi piangeremo, arriveranno pattuglie di vigili e per un paio di settimane il Codice della Strada sarà meglio di un Vangelo… poi passato l’effetto, si torna alle vecchie abitudini.

°°°

di Maurizio Caprino

Milano è cambiata. Un po’ la crisi, un po’ le tasse sui carburanti, un po’ l’area C, un po’ l’aumento delle piste ciclabili, in questi primi quattro mesi che sono tornato ad abitarci, vedo più bici in giro per la città.

Un bene? Certo, ci mancherebbe. Solo che, come accade sempre quando l’uso dell’auto viene penalizzato, ne fanno le spese molte persone che non possono permettersi una casa in città: nelle ore di punta, le tangenziali restano strapiene, segno che chi abita fuori spesso non può comunque contare su credibili alternative all’auto.

E c’è pure una controindicazione per la sicurezza: le bici si sono impadronite dei marciapiedi, per cui i pedoni devono davvero stare attenti.

Attenzione: non mi riferisco solo a quelle piste ciclabili ricavate alla bell’e meglio sui marciapiedi tracciandovi sopra un sentiero rosso e qualche striscia segnaletica (cose ignorate sia dai ciclisti sia dai pedoni, per cui la circolazione resta affidata al caso). Alludo soprattutto ai ciclisti che vanno sui marciapiedi anche quando non c’è alcuna pista ciclabile.

Capisco che circolare sulla carreggiata faccia sentire particolarmente insicuri, esposti senza riparo alle prepotenze di auto, furgoni, scooter e chi più ne ha più ne metta. Capisco pure l’esigenza di evitare le buche (anche se sotto questo profilo Milano è meglio rispetto ad altre città). Ma immaginate un pedone anziano o una mamma che spinge un passeggino.

Sarebbe quindi bene che i vigili iniziassero a dedicare attenzione a questi ciclisti e ne dessero adeguata pubblicità (finora le uniche multe di cui la gente ha notizia sono per le bici parcheggiate sui marciapiedi).

Altrimenti s’instaurerebbe una prassi, non dichiarata ma altrettanto pericolosa della possibilità di far circolare le bici contromano su alcune strade adeguatamente segnalate, che tante polemiche ha scatenato due mesi fa, quando il ministero delle Infrastrutture ha espresso un parere favorevole.

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