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La (presunta) truffa di Unicredit e non solo

Quale premessa, mi aggancio a quanto scritto sei mesi fa parlando di banche ed integrando con il fatto che nei mesi scorsi, dopo aver chiuso i c/c familiari con Unicredit abbiamo fatto lo stesso passo anche con quello aziendale.

In sintesi avevo scritto di un’intervista a Nunzia Penelope, autrice di Soldi rubati, ed al fatto che un’interessante episodio era passato sotto un imbarazzante e colpevole silenzio stampa che dovrebbe farci riflettere, tanto più alla luce dei continui sacrifici che (noi) dobbiamo sopportare ovvero in merito alla colossale evasione fiscale che aveva viste coinvolte diverse banche.

Nell’agosto 2011, infatti Unicredit aveva fatto pace con il fisco pagando 99 milioni di € per un accertamento relativo al 2005 e gliene doveva ancora 450 milioni. Prima di lei Bpm ha patteggiato pagando 169 milioni ed il Credito Emiliano altri 45 milioni.

Oggi leggo che Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit, e altre 19 persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di frode fiscale. Il caso riguarda una maxi evasione fiscale messa in piedi da Unicredit e dalla banca inglese Barclays per 245 milioni di euro, attraverso un’operazione di finanza strutturata chiamata Brontos.

Ecco i personaggi che gestiscono i nostri soldi, che ricevono aiuti dai Governi. Dei faccendieri in giacca e cravatta. C’è chi usa la lupare, chi il computer, ma alla fine dei conti, fa differenza?

Come già detto, preferisco di gran lunga una banca differente che nello statuto parla di Etica e che mantiene quello che promette.

 

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