un articolo che leggo su Altroconsumo con un contenuto che non mi sorprende affatto dato che il problema si trascina da anni e, anche se sembra una domanda retorica (o demagogica, secondo i politici, che bollano così qualsiasi osservazione circa il loro pessimo operato) resta il fatto che loro sono incapaci di guidare il paese e noi ne paghiamo le conseguenza.
Come sempre siamo Cornuti & Mazziati, dato che oltre che a vivere sulla nostra pelle il problema, difatto paghiamo pesanti multe da tutte le parti. Come se avessimo soldi da buttare….
Il tutto nel silenzio generale, dato che giornali e Tg sono piuttosto silenziosi su tutti questi costi aggiuntivi che derivano dall’incapacità della nostra classe dirigente…
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L’Italia ha violato le norme europee sulla raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane, non rispettando i tempi stabiliti per la loro applicazione.
Ci sono ancora cinquanta centri urbani con più di 10 mila abitanti che, a distanza di 14 anni dalla scadenza del termine previsto (il 1998), non rispettano gli standard di legge sul trattamento delle acque reflue.
La Commissione europea è ricorsa contro l’Italia alla Corte di giustizia europea perché il nostro Paese finora non ha garantito “che le acque reflue provenienti da agglomerati con più di 10 mila abitanti siano adeguatamente trattate prima di essere scaricate in aree sensibili”.
I giudici comunitari hanno dato ragione alla Commissione europea, che nel 2009 avviò una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto delle norme in decine di Comuni italiani.
La recente sentenza ribadisce l’obbligo per circa un centinaio di località (da Reggio Calabria e Trieste, da Rapallo a Capri, da Frascati a Porto Cesareo, da Cefalù a Ragusa) di avviare al più presto le opere necessarie per mettersi in regola con la direttiva Ue.
Se così non sarà, la Commissione potrà avviare una nuova procedura d’infrazione, chiedendo questa volta allo Stato italiano di pagare delle multe.
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