un articolo che leggo su Il Portale dei Consumatori
Usato nelle vernici, sparso per evitare la corrosione delle parti metalliche, presente anche nelle batterie, il cadmio è da sempre presente nei giocattoli dei bambini.
Con un “piccolo” problema: a contatto con la saliva si scioglie e può venire ingerito.
Ed è un materiale tossico, può avere effetti dannosi sui reni oltre che procurare diarrea, nausea e vomito e per questo l’Ue prima e l’Italia dopo, sono corse ai ripari con una legge. Che, però, sarà operativa solo l’anno prossimo.
Con il decreto del ministero dello Sviluppo economico del 18 maggio 2012, pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 26 luglio, vengono infatti fissati limiti di ammissibilità più restrittivi per il cadmio presente nei giocattoli.
Il decreto riduce il valore limite in modo da mantenere il rischio di ingerimento entro il 5% della dose giornaliera ammissibile. Ma riguarderà solo i giocattoli in commercio a partire dal 20 luglio 2013.
Gabriele Lualdi, responsabile di certificazione prodotto e sistemi di qualità dell’Istituto Masini, che si occupa di testare e collaudare giocattoli e altri prodotti in commercio, spiega:
“Il cadmio nei giocattoli viene usato spesso per il procedimento di cadmiatura che serve a proteggere dalla corrosione. In altri casi, viene usato come pigmento di colorazione delle vernici. In passato, serviva anche come stabilizzante di materiali come il pvc, ma adesso questo utilizzo non è più permesso”.
A giudicare dalle modalità di utilizzo del cadmio, sono tanti i giocattoli che possono contenerne tracce. Dalle macchinine metalliche, ai giochi in plastica o legno verniciati, fino a bigiotteria per bambini e alle pile al cadmio contenute in giocattoli, che diventano un pericolo quando il vano batterie è facilmente apribile da un bimbo.
“I limiti di presenza di cadmio sono fissati simulando l’ingestione tramite scioglimento per saliva di quella che viene definita la dose giornaliera massima per un bambino, e che per sicurezza è stata diminuita, anche se in ogni caso parliamo di limiti veramente bassi”, sostiene Lualdi.
Eppure se la Comunità europea e lo Stato italiano si muovono per cambiare la normativa, significa che quei milligrammi per chilo in meno stabiliti devono pur avere un peso per la salute dei piccoli.
Ma chi garantisce che i giocattoli che arrivano in Italia rispettino i limiti di legge?
Risponde Gianluigi Amicone, product manager di Selegiochi, importatore e distributore di giocattoli per diverse catene che puntano sull’ecocompatibile, come “La città del sole”:
“Il produttore deve sempre consegnare all’importatore un test report eseguito da un certificatore riconosciuto dall’Ue, in cui sono indicati i risultati dei test dal punto di vista meccanico, fisico e chimico, e il prodotto deve essere conforme ai regolamenti comunitari”.
Ad attestare questo ci pensa il marchio Ce che deve essere presente sulla confezione del giocattolo.
Ma questo non risolve tutti i problemi.
“Capita che i nuovi produttori cinesi che si affacciano al mercato europeo conoscano poco la normativa Ue e in questo caso è anche complicato per un importatore controllare la conformità del giocattolo visto che i documenti arrivano in cinese e vanno tradotti”, spiega Gabriele Lualdi.
Per di più rispetto alla presenza di cadmio, il marchio Ce non può garantire altro che il rispetto dei limiti di legge, che come abbiamo visto, fino al 20 luglio 2013 stanno in una specie di limbo difficile da decifrare per la salute dei piccoli.
Eppure non esistono a oggi delle certificazioni opzionali, come quelle per il biologico nel settore alimentare, che garantiscano l’assenza di residui di cadmio.
Solo alcune marche di giocattoli, come Lilliputiens, vantano una certificazione azo-free, che indica l’assenza di coloranti azoici (tossici) e di metalli pesanti come il cromo e il piombo.
Ma nessuno se la sente di certificare il cadmio-free.
Sono diversi e in qualche caso eclatanti i sequestri di prodotti per bambini contenenti cadmio negli ultimi anni. Ecco alcuni esempi.
11 luglio 2012: La polizia di Milano sequestra 800 giocattoli sparabolle tossici e 180mila pile contenenti un livello di cadmio 100 volte superiore al consentito.
5 luglio 2012: A Prato la guardia di finanza sequestra 130mila articoli in 6 negozi della Chinatown locale. Il materiale con il quale erano stati realizzati gli oggetti, per lo più bracciali, ciondoli, collane e orecchini, era estremamente tossico per la presenza fuori norma di cadmio e nichel.
Dicembre 2011: La Health Canada (dipartimento nazionale sanitario) fa ritirare dal mercato numerosi prodotti di bigiotteria per bambini, tra cui anelli, cavigliere e collanine. Presenza di piombo e cadmio oltre il limite massimo.
Giugno 2010: Negli Stati Uniti, McDonald’s ritira dai mercati 12 milioni di bicchieri con l’immagine di Shrek. Il materiale utilizzato per il disegno contiene cadmio in quantità eccessive.