BUR – Pagg. 459 – € 9,90
Trama: Nella notte del 1246, a Milano, la casa di mastro Guglielmo va a fuoco, e tra le fiamme muoiono lui e la moglie. Intanto Arnolfo, abate di San Simpliciano, deve difendere il buon nome del monastero dalle brighe di un mercante spietato, e frate Matthew, venuto a Milano per trovare il confratello, si troverà a districare una matassa di losche calunnie contro di lui.
In pericolo è anche Anselma, l’innocente figlia del mercante Guglielmo, andata sposa a un membro della famiglia Della Torre. In un crescendo di tensione, queste vicende verranno a intrecciarsi con la rabbia del popolo, mentre l’intera vita della città lievita da queste pagine.
Letto da:Paolo
L’incipit: Le pedine erano allineate ai due lati della scacchiera. In mezzo, i riquadri contrastanti brillavano alla luce ondeggiante delle torce infisse nelle pareti. La sala era deserta. Dall’esterno, penetrando attraverso la profonda strombatura delle feritoie, arrivavano nella sala le voci concitate dei soldati di guardia, il pianto di qualche bambino e il nitrito dei cavalli nelle scuderie.
Opinione personale: Della stessa autrice avevo già letto Il Signore del falco, una storia incentrata sul medesimo personaggio che peraltro è presente anche in altri due libri, uno dei quali, è in attesa sulla libreria; vero è che Il monaco inglese è presumibilmente l’ultimo con frate Matthew, ma avevo così tanti libri da leggere che ho fatto confusione. Capita. 😦
Il Signore del falco mi era piaciuto, sebbene avessi qualche perplessità su alcune vicende, ma in questo caso la storia mi ha avvinto e convinto; come spiega l’autrice, il libro ricalca fedelmente alcuni avvenimenti storici, tra cui l’imposizione di tasse su terreni ed immobili,inclusi quelli della Chiesa, senza contare problemi causati ai piccoli artigiani dai ricchi commercianti (o presunti tali) che non saldano i lavori eseguiti, costringendo molti alla chiusura delle botteghe.
Sono passati quasi 800 anni e siamo alle prese con i medesimi problemi, a conferma che non solo non impariamo dalla storia, ma anche che i furbetti ci sono da sempre.
(Con la differenza che oggi il governo tecnico ha tolto l’Imu alla Chiesa, mentre nel 1246 il podestà di Milano la voleva!)
I fatti si susseguono e varie vicende si intrecciano, senza annoiare il lettore, anzi il contrario; le vicende grondano ingiustizia, prevaricazione e,spesso, crudeltà, tuttavia alla fine si otterrà giustizia, sebbene la stessa sia spesso “interessata”.
Molto interessante la vicenda personale di frate Matthew che si risolve in maniera soddisfacente, almeno per me.