un articolo di Alberto Grimelli che leggo su Il Fatto Alimentare
L’olivicoltura italiana, attraverso le associazioni del produttori Unaprol e Cno, ha siglato delle intese per promuovere e commercializzare con alcune insegne della Grande Distribuzione dell’ottimo olio extra vergine d’oliva 100% italiano a un prezzo equo, tanto per l’acquirente quanto per olivicoltori e frantoiani.
Si tratta di due progetti che sono stati presentati a breve distanza di tempo uno dall’altro.
Al primo olio promosso da Cia, Cno, dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari e Coop è stato dato il nome di “Assieme”.
La scelta non è affatto casuale, l’olio infatti vuole evidenziare un percorso diretto, una filiera che, invece di perdersi in mille intermediari che fanno aumentare i prezzi, si accorcia fino a comprendere soltanto olivicoltori, frantoi cooperativi, e la più grande catena della distribuzione moderna in Italia (Coop).
La qualità di “Assieme” è garantita da un preciso disciplinare di produzione citato anche sull’etichetta. Si tratta di un olio fruttato medio, verde/maturo, dal sentore amaro e piccante tale da esprimere un gusto equilibrato. Questo extravergine è rafforzato da tre parametri di qualità obbedendo alla regola del 3: l’acidità inferiore allo 0,3% (a fronte di un limite di legge dello 0,8%), le caratteristiche organolettiche e il contenuto di polifenoli (composti antiossidanti, indici di freschezza e qualità) maggiore o uguale a 300mg/kg.
“Fai” è invece il nome scelto da Unaprol per l’extra vergine 100% italiano in vendita sugli scaffali dei supermercati Sisa. Anche questo olio risponde a un preciso disciplinare di produzione. L’obiettivo del nuovo olio è riequilibrare la catena del valore lungo la filiera. Oggi, per ogni euro speso dai consumatori per il cibo, solo 17 centesimi vanno all’agricoltore; 23 centesimi vanno all’industria e il resto alla distribuzione.
Ovviamente ci si può chiedere perchè le due più rappresentative associazioni dei produttori lavorino separatamente, con accordi distinti e differenti con le catene di supermercati.
La domanda diventa ancor più pressante, quando si scopre che il disciplinare di produzione a cui fanno riferimento i due oli Assieme e Fai è lo stesso.
Le due associazioni, infatti, vi hanno lavorato in modo congiunto e l’hanno depositato il progetto nel 2009 presso l’ente di certificazione Csqa per sottoporlo al controllo di filiera. Il disciplinare è stato costruito grazie a fondi nazionali e comunitari ed è ben redatto, anche grazie alla collaborazione di docenti universitari.
Purtroppo l’esito è la nascita di due marchi differenti a causa di divergenti interessi. “Fai” e “Assieme”, venduti rispettivamente nei supermercati Sisa e Coop, rappresentano comunque il biglietto da visita dell’olivicoltura italiana.