di Antonio Manzini
Sellerio – Pagg. 278 – € 13,00 
Trama: Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d’Aosta, viene rinvenuto un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. Poche tracce lì intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito ad Aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto.
La vittima si chiama Leone Miccichè. È un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, un’intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo.
È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. Però ha talento. Mette un tassello dietro l’altro nell’enigma dell’inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle. Non è un brav’uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l’unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida (“in natura la morte non ha colpe”), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore.
Letto da: Paolo
Opinione personale: Il libro mi è piaciuto, nonostante la forte insofferenza provocatami dal personaggio del Vicequestore Schiavone. Un buon investigatore, ma un pessimo poliziotto, arrogante, prepotente e, non ultimo corrotto e corruttore.
Non posso accettare il suo atteggiamento verso un testimone minacciato perchè “..se li spaventi saranno sempre a tua disposizione. Quello è un bravo ragazzo, magari può tornarci utile. … sempre meglio che abbiano paura di noi, credimi.”. Per quel che mi riguarda, io preferirei potermi fidare delle Forze dell’Ordine, piuttosto che temerle.
Successivamente prenderà a sberle, minacciandolo, il Direttore dell’ufficio postale al quale aveva chiesto collaborazione nell’indagine, collaborazione che era però illegale. Ed altri saranno minacciati, intimoriti e presi a sberle. Tutti cittadini onesti ai quali impone collaborazione con questi metodi.
Ho molti amici nel Lazio, di Roma e dintorni, dei quali apprezzo la battuta fulminante e l’umanità, ma in questo caso Schiavone offre il peggio del romano; Roma caput mundi? Si, 2000 anni fa. Siamo er mejo? Mica sempre, lui no ad esempio.
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