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Mangiamo cioccolato di qualità sulla pelle altrui…

Alcuni giorni fa ho dato spazio alla Campagna di Oxfam per il miglioramento dei salari delle donne impiegate nella coltivazione del cacao ed ho visto che vi sono stati esiti positivi dopo che oltre 60.000 persone hanno firmato l’appello lanciato da Oxfam; ieri però ho letto un articolo su Vanity Fair dove si racconta di un’altra situazione collegata alle coltivazioni di cacao fra i migliori ovvero quello che ci permette di mangiare cioccolato di alta qualità.

Il tutto accade nel Madagascar, nella Valle del Sambirano, dove vengono coltivate le fave di cacao criollo; un chilo di queste fave costa oltre 3 € al chilo ovvero il quadruplo del prezzo di un chilo di riso, l’alimento principale dell’isola. A seguito della maggiore richiesta di cioccolato di alta qualità, i prezzi sono lievitati ed hanno causato anche l’interesse della criminalità.

Il Madagascar è uno dei trenta paesi più poveri del mondo, vittima tra l’altro di un golpe militare nel 2009 al quale è seguito il congelamento degli aiuti internazionali che, va da sè, non ha fatto altro che colpire direttamente le fasce deboli della popolazione, aumentando la fame e la delinquenza. Molti raccolti sono trafugati, facendo ricorso anche alla violenza, e la maggior parte delle fave rubate finiscono nella mani di compratori cinesi ed indiani; si stima che 5.000 tonnellate, ovvero la metà del raccolto annuale, finisca nella mani dei criminali.

Radison Bienvenue, uno dei protagonisti della lotta ai contrabbandieri è stato recentemente assassinato in un agguato., tuttavia altro che che un nome in più all’elenco delle vittime di una lotta impari. Il commissario Talily è l’ufficiale di polizia che combatte il traffico illegale di cacao, tuttavia deve scontrarsi con la mancanza di mezzi e di uomini affidabili.

Ha 71 uomini, ma si fida solo della metà di essi e con questi deve vigilare su una provincia di 260.000 abitanti. Ha una sola vecchia auto (e spesso non ha la benzina) e dispone di 4 fucili funzionanti, più altri 17 che non funzionano e con i quali bluffano, puntandoli contro i delinquenti sperando che si arrendano.

Nell’articolo si racconta poi dell’indagine impossibile per cercare i colpevoli dell’omicidio di Radison, con i famosi fucili non funzionanti, con l’auto rifornita di benzina dall’azienda statale per il cacao e senza nessun supporto scientifico, al punto che le foto ai sospetti le fatte il fotografo che supportava la giornalista.

A prescindere dai dettagli, è la chiusura dell’articolo a dare la giusta visione delle cose:

“…leggo sul sito del Gambero Rosso i pregi del cacao della valle del Sambirano. Trascrivo: “Dolcezza floreale”, “profondnità aromatica”, “favolosa evoluzione”, “pennellata calda ed esotica”. Mi tornano in mente le parole di “monsieur le commissaire”: I braccianti, i contadini, le persone che producono il cacao, e anche quelle che lo rubano, non hanno mai mangiato cioccolato. C’est la misère.”

2 commenti su “Mangiamo cioccolato di qualità sulla pelle altrui…

  1. Vanessa
    13 aprile 2013
    Avatar di Vanessa

    L’alternativa esiste: si chiama cioccolato (ma anche cacao) equo e solidale. Lo trovi nelle Botteghe del Mondo (importato da Altromercato, Libero Mondo e altri), ma anche alla Coop e in molti negozi bio (con marchio Fair Trade).

  2. Poppea
    3 aprile 2013
    Avatar di Poppea

    Sono pienamente d’accordo, io non compero bibite perché so che le arance vengono dal Sudamerica e viene sfruttata la manovalanza minorile, sono pieni di pesticidi e sono causa del disboscamento, ma ho possibilità di prendere un’arancia siciliana e farmi una spremuta.

    Purtroppo col cacao non si ha scelta, io non sono mangiatrice di cioccolato ma il cacao in polvere lo uso per fare qualche dolce

I commenti sono chiusi.