di John Grisham
Mondadori – Pagg. 405 – € 13,00 > lo vendo ad € 6,00 + spese spedizione
Trama: Oscar Finley e Wally Figg sono due avvocati di Chicago soci da vent’anni in un piccolo studio legale sempre sull’orlo del fallimento. Litigiosi come una vecchia coppia, cercano di rimediare clienti come possono, perlopiù offrendo la loro consulenza “su misura” in divorzi lampo o alle vittime dei frequenti incidenti d’auto all’incrocio vicino al loro ufficio. I due tirano avanti più o meno dignitosamente nella speranza di fare prima o poi il colpo grosso e di imbattersi in una causa che li renda finalmente ricchi.
Il tran tran viene bruscamente stravolto il giorno in cui da loro irrompe David Zinc, giovane e rampante avvocato che fino a poche ore prima lavorava in uno dei più rinomati studi legali della città. Stanco dei ritmi massacranti e deciso a cambiare vita una volta per tutte, David non si è presentato in ufficio, si è preso una sbronza colossale e, per una serie di circostanze fortuite, è arrivato lì, chiedendo di essere assunto.
Sembra decisamente un segno del destino perché proprio in quei giorni ai tre si presenta l’opportunità della vita: un caso scottante che riguarda un’importante industria farmaceutica e che può farli diventare finalmente ricchi. A quanto pare fama e soldi sono dietro l’angolo, ma è tutto troppo bello per essere vero e, quasi senza rendersene conto, Oscar, Wally e David si troveranno alle prese con un processo che rischia di stritolarli, dove sono in gioco miliardi di dollari e in cui i più agguerriti avvocati dei migliori studi legali si sfidano in una guerra all’ultimo sangue.
Letto da: Paolo
Opinione personale: Non è male, ma sicuramente è lontano dai lavori migliori di Grisham; l’incapacità di Wally ed Oscar è a dir poco imbarazzante e, spero che non vi siano in giro avvocati di livello così infimo, tuttavia la storia scorre bene, per buona parte del libro. Vero è che se realmente negli Usa possono esercitare in tribunale avvocati di questo (piccolo) calibro, tutto diventa credibile anche se grottesco; fare causa ad una potenza farmaceutica senza niente in mano, ed impegnandosi anche economicamente, è a dir poco folle.
Lo svolgersi della causa è imbarazzante e sulla distanza l’ho trovato fastidioso, ma ovviamente dipende dal fatto che non amo le persone poco serie e professionalmente incapaci; in compenso David Zinc impara in fretta e l’epilogo della vicenda è un pò telefonato ovvero non poteva che risolversi in questo modo, persino troppo positivo, visti i presupposti.