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Un libro: La scomparsa del dottore

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Nei decenni seguiti al secondo dopoguerra, la meritoria figura del “mio dottore”, come si usava dire, è entrata via via in dissolvenza, si è consumata, svuotata, fino a lasciare di sé, soprattutto nelle generazioni più mature, soltanto un ricordo permeato di rimpianto.

Oggi “il dottore” non c’è più, ma quello che conta, al di là dell’elogio del passato, è non rassegnarsi all’idea che i suoi pregi e principi debbano considerarsi un patrimonio irrimediabilmente perduto.

La diagnosi della “scomparsa del dottore” formulata qui da Giorgio Cosmacini può essere la premessa di una prognosi che anticipa, auspica se non altro, con lo sguardo rivolto ai medici di domani, un recupero dei valori di cui quella figura era depositaria.

Ma non tutto è amarcord e rimpianto del passato: dall’analisi storica di come è cambiato il modo di fare medicina e relazionarsi con i pazienti-utenti, Cosmacini trae lo spunto per interessanti riflessioni sul futuro della professione medica che è radicalmente cambiata ma che mantiene gli stessi «geni» di un tempo. Così l’ultimo capitolo di questo libro rivolto a medici, pazienti e studenti in medicina in particolare, si intitola «La ricomparsa del dottore».

Secondo l’autore, così come suggeriva Galeno duemila anni fa, il triplice modello del medico «amico», «grazioso» e «filosofo» è la chiave del destino del dottore del domani, ricordando le parole di Norberto Bobbio: «Mentre il progresso medico-scientifico non cessa di suscitare la nostra meraviglia e il nostro entusiasmo (…) continuiamo, sul tema del progresso morale, a interrogarci come duemila anni fa».

Cosmacini è egli stesso medico e ha dedicato passione e anni della sua vita allo studio della storia della medicina, è autore di svariati saggi e libri divulgativi (tra gli altri «Il mestiere di medico» e «La medicina non è una scienza»).

Fonti: Corriere.it – Raffaello Cortina Editore

2 commenti su “Un libro: La scomparsa del dottore

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  2. Poppea
    20 giugno 2013
    Avatar di Poppea

    Concordo che il “dottore” di una volta sia scomparso…io ancora non riesco a staccarmi dal mio e siccome 3 giorni a settimana è allo studio quando ho bisogno ci vado, non che la mia attuale non sia brava ma l’ultima parola per me deve essere la sua, mia madre devo dire si è adattata meglio

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 20 giugno 2013 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .