Non so a voi, ma a me pare che la tragedia del bus precipitato dal viadotto in Irpinia sia sprofondata in un vuoto surreale.
Domenica scorsa sul Sole-24 Ore ho documentato non solo i rischiosi risparmi sulla sicurezza che Autostrade per l’Italia (Aspi) fa tra le pieghe dei suoi imponenti investimenti, ma anche e soprattutto l’incapacità di vigilare (o il disinteresse a farlo) di Anas e ministero delle Infrastrutture.
Per le solite pastoie che solo i burocrati – di tutti i livelli – sanno inventarsi?
Forse, ma non solo: ho documentato che il sistema ha la benedizione del ministro in persona, Maurizio Lupi, che non solo nelle interviste del giorno dopo la tragedia sottovalutava il ruolo della strada, ma ancora il 7 agosto (10 giorni dopo la tragedia) davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato dichiarava che:
– i gestori autostradali del Paese devono crescere sul modello di Aspi per conseguire economie (di scala, si presume) sugli investimenti;
– bisogna “confutare taluni ingiusti pregiudizi” sul fatto che i gestori non facciano tuti gli investimenti che si sono impegnati a fare quando si sono fatti affidare la gestione e che servono anche da base per il calcolo dei rincari periodici dei pedaggi; per confutare questi “ingiusti pregiudizi”, Lupi mette a disposizione i dati dell’Ivca, il superispettorato creato nell’Anas da Antonio Di Pietro nel 2006 (in piena polemica sulla prevista fusione Aspi-Abertis) per vigilare sui gestori, ma che poi in occasione dell’incidente del bus si è mostrato ufficialmente all’oscuro di quali lavori siano stati davvero fatti nel tratto dov’è accaduta la tragedia.
Dichiarazioni tanto surreali che c’è da chiedersi se ci sia o ci faccia. Di certo avrebbe dovuto preoccuparsi. Se non altro per la sua immagine, soprattutto se la mia denuncia fosse infondata. Invece niente.
Lupi si è fatto vedere sorridente al meeting della sua Cl a Rimini (di cui peraltro Aspi è partner e su queste partnership vi segnalo l’interessante articolo di pagina 6 del Fatto Quotidiano di oggi, che fa un po’ di conti in tasca a questi sponsor) e ha parlato di crisi di governo in caso il Senato voti la decadenza di Berlusconi e tutti i soliti temi di “attualità politica”.
Curiosamente, sul Corriere della Sera di ieri Lupi batteva molto sul concetto di responsabilità (ovviamente riferendosi alla situazione politica, mica a quella di una delle più gravi sciagure stradali della storia d’Italia, della quale ha il dovere di occuparsi in quanto ministro sia delle Infrastrutture sia dei Trasporti).
Vedremo se gli uscirà qualche parola durante il convegno sulle infrastrutture, sempre al meeting di Cl ovviamente. Nel frattempo al meeting ha già parlato Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Aspi, che è tornato a chiedere regole certe per evitare una fuga degli investitori dalle concessioni autostradali.
Richiesta sacrosanta, dato che la pancia e la testa della politica fanno sempre brutti scherzi; ma come ignorare che … (continua la lettura QUI)
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