in sintesi un articolo di Valentina Murelli che leggo su Il Fatto Alimentare
Il melone è spesso protagonista delle tavole estive e autunnali, ma attenzione: si tratta di un frutto ad alto rischio di contaminazione da parte di batteri e virus.
Quindi, per conservarlo e consumarlo in sicurezza occorre seguire qualche semplice regola igienica, come ricorda una nota pubblicata di recente dal BfR, l’Istituto tedesco di valutazione del rischio.
«Il melone è a rischio contaminazione in tutte le fasi della preparazione e questo per varie ragioni» spiega Antonello Paparella, professore ordinario di microbiologia alimentare all’Università di Teramo. «È ricco di acqua e zuccheri, che costituiscono un terreno ideale per la proliferazione di microrganismi. A differenza di altri frutti, però, ha un pH quasi neutro, dunque è privo di quell’acidità che costituisce una naturale barriera contro i patogeni».
Angurie e meloni sono coltivati a terra, quindi a diretto contatto con eventuali concimi organici (cioè letame) e con deiezioni di animali. Si aggiunga che tipicamente vengono consumati crudi ed è subito chiaro perché, con questi frutti nel piatto, la possibilità di un’intossicazione alimentare è dietro l’angolo.
In Italia non sono mai state descritte epidemie riconducibili al consumo di meloni o angurie, ma questo non significa che occasionalmente non si possano verificare singoli casi di intossicazione.
«Nel nostro paese il rischio è legato piuttosto alla cattiva conservazione nei punti vendita o in casa» sottolinea Paparella.
Niente allarmi, però: basta qualche semplice accorgimento per stare tranquilli. Una volta acquistati, meloni e angurie vanno riposti in frigorifero, nel cassetto delle verdure o comunque ben lontani da alimenti contaminabili e non sigillati, come affettati sfusi e creme fresche.
Al momento del consumo, devono essere accuratamente lavati e tagliati con utensili (coltelli, taglieri) puliti, che vanno poi disinfettati.
«Le linee guida dell’Fda suggeriscono di utilizzare la varechina» ricorda Paparella. Anche le mani di chi prepara il frutto devono essere pulite, perché possono facilmente passare eventuali germi all’interno. Una volta aperti, melone e angurie vanno mangiati entro due ore oppure riposti in frigorifero.
Le stesse regole valgono anche per ristoranti o esercizi commerciali che vendono la frutta già tagliata: il BfR raccomanda di prepararne piccole quantità per volta, in modo che possano essere vendute e consumate velocemente.
«In generale, consiglio di acquistare meloni e angurie interi» precisa Paparella. «Se proprio si preferisce un frutto già tagliato, bisogna scegliere una porzione conservata in frigorifero. Se invece è a temperatura ambiente è meglio evitare».
Dunque è bene prestare grande attenzione a situazioni particolari, come i mercati o gli “anguriai”.
E per quanto riguarda la ristorazione?
«In generale, nei ristoranti tradizionali i piatti a base di melone vengono preparati un paio d’ore prima del pranzo o della cena, dunque non ci dovrebbero essere rischi» sostiene il microbiologo.
«Diverso invece il discorso per la ristorazione commerciale su larga scala, dove i pasti sono preparati con anticipo. Va detto però che in genere in questi casi si presta una grande attenzione al mantenimento della catena del freddo».
In generale, dunque, un bel piatto di prosciutto e melone nel ristorante sotto casa non dovrebbe costituire un pericolo: è buona norma però che si astengano dal consumo le categorie più a rischio, come donne in gravidanza, bambini e anziani.