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Leggo un articolo sui semi ibridi (che non sono Ogm) e scopro che…

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Ho letto dei semi ibridi su InformarSi (la rivista del biologico) di novembre 2013 e come giustamente spiegavano nell’articolo per prima cosa è necessario capire cosa siano i semi ibridi.

Leggo nell’articolo di Giò Gaeta: La maggior parte dei semi utilizzati in agricoltura sono ibridi ovvero il risultato di una selezione volta a garantire una certa costanza di caratteristiche e una resa per ettaro che consenta lasostenibilità economica dell’azienda agricola.

Il seme ibrido è sicuramente un seme di alta qualità, ma una delle sue caratteristiche è anche quella di non poteressere riprodotto: si compra, si usa, ma non lo si può mettere da parte e quindi si è costretti a ricomprarlo di volta in volta.

Come detto nel titolo, non si tratta di un seme OGM, ma di un seme ottenuto tramite incroci tra diverse linee. I semi di una pianta ibrida, in realtà, sono riproducibili, ma non si possono riseminare in quanto darebbero piante con le caratteristiche dei diversi genitori (e nonni e bisnonni) e quindi con caratteristiche disomogenee, casuali ed ingestibili.

Nell’articolo poi si spiega del seme non ibrido di Sativa che permette la riproduzione: si acquista il seme, si pianta, si produce l’ortaggio facendo abdarealcune piante a seme in modo tale da poterli poi riseminare in seguito.

Uno dei rischi dei semi ibridi, infatti, è che se l’azienda sementiera decide di non produrre più quel determinato seme, la varietà viene completamente persa,perchè i semi utilizzati fino a quel momento rimangono di sua proprietà.

I vantaggi dei semi non ibridi:

1 – dopo il primo raccolto l’agricoltore può ricavare da solo sementi della stessa varietà

2 – attraverso le selezioni in campo, queste varietà possono essere adattate alle diverse caratteristiche climatiche e del terreno

3 – Coerenza con il metodo di coltivazione biologico e biodinamico; non utilizzando pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici, èimportante avere piante con forti difese naturali, favorendo la biodiversità

4 – le carote hanno un grado zuccherino migliore rispetto a quello delle carote da seme ibrido

5 – con semi non ibridi di buona qualità la differenza di resa per ettaro, rispetto ai semi ibridi, è contenuta