Alcuni giorni fa il medico del lavoro che èvenuto in azienda per il sopralluogo annuale mi raccontava delle dipendente di un supermercato che aveva preteso di acquistare in prima persona le scarpe antinfortunistiche, in quanto cone quelle che dava l’azienda non si trovava bene.
Detto, fatto e dopo pochi giorni eccola dal dottore con i piedi gonfi ed infiammati. A quel punto il dottore le ha chiesto dove avese preso le scarpe: dai cinesi, le ho pagate 12 € è stata la risposta, il che la dice lunga, dato che una scarpa del genere di solito costa sui 50 €.
Deciso ad approfondire, il dottore ha inviato le scarpe al laboratorio di analisi della struttura medica ricevendo un rapporto che parla di pelle trattata con composti chimici vietati, rilascio di metalli e via dicendo.
Ieri la Signora K mi raccontava di aver visto in un Tg un servizio sul sequestro di bolle di sapone cinesi, con una presenza nell’acqua di batteri fecali oltre qualsiasi limite immaginabile.
Ed oggi su Il Salvagente si legge che:
Due milioni di maschere, trucchi e giocattoli, privi dei necessari certificati di conformità, sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Roma in quattro depositi alla periferia est della città. Quattro gli imprenditori cinesi denunciati.
Alcune maschere presentavano elevate quantità di cicloesanone, un composto infiammabile e nocivo per inalazione, oltre che irritante per le mucose, le vie respiratorie superiori, gli occhi e la cute, quindi molto pericolosi per i bimbi.
Detto questo e senza voler togliere nulla alle responsabilità dei produttori cinesi, ricordiamoci anche però delle aziende italiane che producono (o fanno produrre) consapevolmente con l’utilizzo di sostanze e/o procedimenti tossici.
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