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L’erbicida che finisce anche nel latte materno

pesticidain sintesi un articolo che leggo su Rinnovabili.it nel quale si afferma che “in Europa la ricerca americana potrebbe salvarci dal disastro”.

Bene, abbiamo tempo, se non fosse che già nel 2011  leggevo un articolo nel quale si esprimevano le preoccupazioni del caso, supportate da fatto che “I funzionari governativi dei 27 Paesi membri si sono riuniti a metà luglio (2011) a Bruxelles, Si è accennato ai recenti studi scientifici che dimostrano la grave pericolosità per gli animali del glifosato, ma si è deciso di soprassedere.”

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La scoperta, che arriva dagli USA, riguarda il glifosato o glifosate, il più venduto erbicida al mondo che Monsanto commercializza con il nome Roundup.

A dispetto da quanto sostenuto fin qui, la ricerca rivelerebbe che il diserbante è capace di accumularsi nel corpo umano, tanto che lo si può trovare nel latte materno. Gli esami effettuati negli Stati Uniti hanno riscontrato che nelle urine degli americani il glifosato è presente in concentrazioni 10 volte superiori rispetto agli europei.

Nel vecchio continente, infatti, il glifosato è arrivato più tardi, ma il suo utilizzo si sta diffondendo rapidamente e la ricerca americana, se letta con la dovuta attenzione, potrebbe salvarci dal disastro.

Fin qui la Monsanto e le istituzioni che vigilano sull’utilizzo dei diserbanti chimici hanno basato la loro regolamentazione sull’assunto che il glifosato non sia bioaccumulabile, invece le analisi hanno rivelato che nei campioni biologici era presente  in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante.

I campioni di latte materno esaminati sono dieci, tre dei quali contenevano valori alti di glifosato, un risultato scioccante perché dimostra che la sostanza si accumula nel tempo. Le madri scelte avevano una certa familiarità con gli organismi geneticamente modificati, la cui produzione va a braccetto con il glifosato.

Ad alcune di loro è stato chiesto di evitare OGM e glifosato per un po’, altre madri non l’hanno fatto e le analisi hanno mostrato sensibili differenze. Non si conoscono le conseguenze per la salute di un bambino allattato con latte contaminato da glifosato, ma già la presenza di un rischio deve imporci la massima prudenza.

Non esistono dati ufficiali sulla diffusione dell’utilizzo di glifosato in Italia, ma la stessa osservazione visiva e le proteste che si levano in tante parti d’Italia ci dicono che è in continuo aumento.

Vale la pena ricordare le altre controindicazioni all’utilizzo di questo diserbante. Il glifosato danneggia la biodiversità, sia vegetale che animale, per esempio molto sensibili sono gli anfibi, già in difficoltà per altre forme di inquinamento.

Danneggia la rizosfera, il suolo che circonda le radici delle piante, con danni allo sviluppo anche per i vegetali che si vogliono far crescere.

Alcune infestanti diventano resistenti all’erbicida, così, stagione dopo stagione, non si risolve il problema delle erbacce, ma anzi si favoriscono quelle più dannose. Le erbe essiccate, invece che falciate, incrementano persino il rischio di incendi.

I diserbanti vengono utilizzati, oltre che in agricoltura, anche nella gestione dei margini stradali, in alcuni casi il veleno viene diffuso persino nei centri abitati.

In questo caso, attraverso le vie respiratorie, la sostanza entra subito in contatto con l’uomo con gravi rischi per la salute.

Il glifosato è accusato già di provocare forme di tumore sull’uomo e malformazioni, fin qui riscontrate su animali di laboratorio.

Un commento su “L’erbicida che finisce anche nel latte materno

  1. Poppea
    15 aprile 2014
    Avatar di Poppea

    Le erbe una volta si strappavano a mano ma è troppa fatica……….

I commenti sono chiusi.