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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Figuracce

«La strada di ogni scrittore che si rispetti è lastricata di figuracce, grezze (l’equivalente della brutta figura a Roma e dintorni ndr), e figure di merda. L’idea di questa raccolta è nata così. Ognuno di noi si è preso il compito di raccontare un fatto, una storia che lo ha imbarazzato e che ha voglia di condividere con i lettori».

Così Niccolò Ammaniti racconta Figuracce, antologia «nata per caso, in una calda serata di un agosto romano… al tavolo di una bar di Campo de’ Fiori».

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Protagonisti otto scrittori contemporanei, lo stesso Ammaniti, Diego de Silva, Paolo Giordano, Antonio Pascale, Francesco Piccolo, Christian Raimo, Elena Stancanelli ed Emanuele Trevi.

A turno, prendono la parola e raccontano le peggiori figuracce della loro vita. Momenti terribili, apparentemente destinati a rovinare per sempre l’esistenza, ma che «con il tempo diventano accettabili», perché «l’onta sparisce e si salva il lato comico».

Tra momenti esilaranti e voglia di nascondersi, il fil rouge è dato dalla presenza dell’altro. Perché come insegna Zoe, la nipote 12enne di Ammaniti, la «grezza» non esiste senza pubblico.

E la vittima, il gaffeur di turno, in qualche modo funge da catalizzatore per la coesione del gruppo, che si riconosce in un codice di comportamento condiviso unanimamente.

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Questa voce è stata pubblicata il 14 luglio 2014 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , .