Come spesso capita le statistiche e/o le indagini restituiscono risultati a dir poco discordanti fra loro. In questo caso l’articolo che leggo su Rinnovabili.it parte con un’affermazione perentoria “L’acqua in bottiglia piace agli italiani.” che potrei mettere di fronte al risultato (del 2012) di un’ altra indagine che affermava: “l’81,8 per cento dei lombardi dichiara di bere acqua del rubinetto, trattata e no.”
Quello dell’81,8% dei lombardi pro-rubinetto mi sembra un risultato da elezioni bulgare, tuttavia è da alcuni anni che io bevo acqua dal rubinetto, confortato da analisi che sono sicuramente migliori di altre ed ogni riferimento all’arsenico nell’acqua laziale così come del cromo esavalente in quella bresciana, non è casuale.
Recentemente anche la Signora K, dopo aver visto i risultati degli ultimi test sulle caraffe filtranti, migliorati decisamente rispetto al passato, si è convertita all’acqua del rubinetto.
Vero è che è diventa difficile fare lo stesso nei ristoranti, come raccontava tempo fa Roberto La Pira, ed infatti l’unico posto dove non ti guardano storto se chiedi acqua in caraffa è in montagna, nei rifugi.
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L’acqua in bottiglia piace agli italiani. Lo conferma nuovamente Legambiente affermando che sono davvero pochi i cittadini che, messi alla prova, hanno saputo riconoscere un’acqua confezionata da una di rubinetto.
Effettuando il test solo un terzo dei “bevitori” ha saputo indovinare la provenienza dell’acqua affermando inconsapevolmente che non è spesso necessario acquistare bottiglie confezionate.
Gli italiani bevono circa 200 litri di acqua a testa ogni anno, un consumo che il 30 anni è triplicato nonostante siano numerosi i controlli che garantiscono la qualità e la salubrità del prodotto.
L’acqua di casa poi è più economica, arrivando a costare anche 1000 volte in meno rispetto alle note marche in commercio, alle quali va conteggiato il trasporto, il confezionamento e lo smaltimento.
Oltre a promuovere l’uso dell’acqua pubblica Legambiente sta effettuando il censimento delle fontanelle, protagoniste anche di una mostra fotografica riguardante i centri della bassa bolognese e ravennate.
Dipende… io non mi fido dell’acqua del mio rubinetto. E poi per renderla potabile non viene utilizzato il cloro? E mi risulta che il cloro non sia così salubre….
Io finchè non ho avuto il brutto episodio di cistite ho preso l’acqua dalle fontanelle che ha installato il comune.
Mia madre non poteva berla perché ha un residuo fisso alto ed è deleterio per i reni.
Da quell’episodio in poi bevo la sant’anna la lievissima, insomma quelle con residuo fisso basso, la intervallo di tanto in tanto con quella delle fontanelle, che uso cmq per fare tè o caffè.