un articolo che leggo su Rinnovabili.it e che mi dà da pensare … è ancora necessario che venga sollecitato il recupero e relativo riciclo della componentistica auto?
Volendo esagerare, ma al solito cado nell’Utopia, mi chiedo se sia necessaria una legislazione che obblighi i costruttori in tal senso?
Il rifiuto diventa tale solo se non riciclabile, altrimenti è una risorsa. Meglio avere più risorse che rifiuti, no?
Vero è che se i politici fanno gli stessi ragionamenti, convinti che la diminuzione dei rifiuti passi attraverso da una riduzione dei consumi (che neanche sarebbe male per un pianeta ipersfruttato), non sia andrà da nessuna parte.
Il fatto è che alla scarsa lungimiranza dei politici ormai sono abituato, ma è oltremodo deprimente vedere che ci sono produttori che non riescono a sfruttare appieno le potenzialità economiche derivanti dal riciclo.
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“I componenti delle nuove vetture dovrebbero provenire da plastiche ottenute dal riciclo di auto a fine vita“. Lo sostiene Keith Freegard, direttore di Axion Polymers, società di prodotti e servizi per la sostenibilità con sede a Manchester. La sua azienda tratta i rottami in un impianto che recupera materiali.
Essi vengono poi processati da un secondo impianto, da cui escono polimeri di materiale riciclato al 100% adatti alla reimmissione nella catena produttiva.
Possono avere una vasta gamma di applicazioni, compresa la componentistica per auto nuove. In questo campo, infatti, sono moltissimi gli usi cui possono essere destinati i materiali riciclati: dai tubi per gli impianti di riscaldamento e ventilazione a parti dei sedili, del baule e del cofano.
Secondo Freegard “la legislazione futura avrà certamente un impatto sui comportamenti, ma in definitiva deve avvenire un cambio di assetto radicale. Servono strategie nuove, bisogna favorire la responsabilità individuale del produttore, collegandola per esempio a benefici fiscali, in modo da incoraggiare chi costruisce veicoli a motore al riuso delle plastiche ricavate da auto a fine vita”.
Se ne ricaverebbero anche vantaggi a livello di mercato: dalla riduzione di rischio nel rifornimento dei materiali, un maggiore appeal del prodotto nei confronti del consumatore e costi più bassi del 20%. Inoltre la materia prima non mancherà mai: in Gran Bretagna, solo nel 2012, i dati ufficiali parlano di oltre un milione di veicoli rottamati.
E le stime non tengono conto di quella larga parte di veicoli smaltiti senza seguire le procedure. Essi diventano “auto fantasma”, che secondo le stime farebbero lievitare il numero a due milioni.
“Il settore dell’industria automobilistica offre dunque ottimi motivi per riutilizzare polimeri riciclati ottenuti da veicoli a fine vita – conclude Keith Freegard – Noi chiamiamo questo modello circolare ‘dalla tomba alla culla’. Per completarlo, deve essere responsabilità dei designer e degli specialisti dei materiali etichettare i prodotti con la dicitura ‘contenuto riciclato’”.