Non riesco a capacitarmi del fatto che, una volta di più, debba essere la maggioranza silenziosa a doversi adattare alla maleducazione ed alle intemperanza degli incivili.
Capisco il problema evidenziato, collegato alla sicurezza del personale, tuttavia così facendo si dà il segnale sbagliato: tu fregatene del prossimo e delle regole, tanto saranno gli altri ad adattarsi ai tuoi comodi.
E sono certo che nella situazione opposta, questi personaggi saranno i primi a chiedere il rispetto delle regole, se a loro farà comodo.
Leggo sul Corriere che:
Finora la puntualità degli spettacoli alla Scala era proverbiale: a sipario aperto vietatissimo entrare in platea, e i ritardatari venivano messi «in castigo» nel foyer ad aspettare la fine del primo atto.
Ma è arrivata la svolta epocale: d’ora in poi ci sarà un pizzico di tolleranza. Una sorta di «resa» al fatto che non c’è più l’educazione di una volta?
Sta di fatto che i milanesi nevrotici del ventunesimo secolo non la prendono con signorilità, come un tempo accadeva, ma aggrediscono verbalmente – e fisicamente – le maschere che li bloccano all’ingresso.
E quindi, ora il regolamento è cambiato. Se all’università c’è il quarto d’ora «accademico», alla Scala da sabato 13 dicembre sono in vigore i cinque minuti «teatrali».
Gli spettacoli hanno inizio previsto alle 20 e continueranno ad averlo nei programmi di sala. Però un ordine interno prevede che l’avvio effettivo sia cinque minuti dopo.
In un mondo perfetto, che non è quello in cui sto vivendo, gli intemperanti verrebbero prima messi alla porta, a costo di affiancare ai commessi dei buttafuori con stazza adeguata ed educazione superiore a quella dell’incivile e successivamente inseriti in una Lista nera per 5 anni. 😉
Va da sè che il classico Lei non sa chi sono io sarebbe un’aggravante tale da essere banditi a vita…
Aggiornamento del 18 dicembre 2014: Ore 20.00 di martedì sera, alla Scala c’è il Fidelio di Beethoven. La protesta pacifica contro i cinque minuti teatrali inizia da un palco: qualcuno urla «Noi ci siamo», due spettatori applaudono. In pochi secondi, il battimani si diffonde. Il messaggio del pubblico è piuttosto chiaro, o almeno così lo interpretano i professori d’orchestra già in buca: iniziate a suonare, il Piermarini non aspetta i ritardatari.
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I commenti sono chiusi.
c’è da dire che con quello che si spende per il biglietto, ci si possa anche aspettare che lo spettacolo inizi puntuale
a questo punto, al cinema, che si paga meno, che inizino anche mezz’ora dopo?
C’è da dire che con quello che si spende per un biglietto, 5 minuti di tolleranza ci possono stare.