Definirlo campione, forse, è riduttivo. Mohamed Ali non è mai stato un semplice sportivo, forse nemmeno prima di diventare il più grande del mondo, nemmeno quando era ancora un giovane afroamericano di nome Cassius Clay.
Un pugile, certo, il più forte di sempre, ma anche molto di più. Un uomo che ha saputo combattere le sue battaglie con coraggio, dentro e fuori dal ring. Il talento esploso con l’oro all’Olimpiade di Roma 1960 lo ha fatto entrare nel cuore degli appassionati di tutto il mondo.
La forza dei suoi pugni e la rapidità dei suoi piedi l’hanno trasformato in un mito dello sport. La decisione di non arruolarsi nell’esercito per la guerra in Vietnam l’ha reso una leggenda dei diritti civili e del pacifismo. Gli anni e la malattia l’hanno fatto diventare un ambasciatore della lotta al Parkinson.
Nancy J. Hajeseki racconta la storia dell’uomo che volava come una farfalla e pungeva come un’ape. Una biografia intensa ed emozionante.
Potrebbe interessarti anche questo: Un libro: Muhammad Ali. L’ultimo campione, il più grande?