in sintesi un articolo che leggo su Rinnovabili.it
Nella Corea del Sud, un’innovazione permessa anche dallo straordinario sviluppo del fotovoltaico di questi ultimi anni.
L’opera è stata realizzata nel bel mezzo di un’autostrada, tra le due corsie di marcia. ed i pannelli solari sono una sorta di tettoia per riparare il percorso da sole e pioggia.
In questo modo, oltre ad invogliare i ciclisti a utilizzare la bicicletta anche in presenza di condizioni atmosferiche non proprio favorevoli, la pista risulta completamente autonoma dal punto di vista energetico.
Non solo: con l’energia in più è in grado anche di alimentare gli edifici vicini. Inoltre, la lunga pista ciclabile “solare” permette di risolvere il problema del traffico, che tra i due poli amministrativi e istituzionali di Sejong e Daejong è particolarmente congestionato.
Garantendo ai ciclisti un percorso sempre praticabile e protetto, invogliarli a preferire la bicicletta all’auto ed evitare così lunghe ore di code non sarà difficile.
Un ottimo esempio da seguire, dunque, quello della Corea del Sud.
In effetti anche a me è sembrata un po’ pericolosa come pista ciclabile, infatti io l’avrei fatta di lato.
Non è senz’altro salutare ma se giri in bicicletta per le vie di Milano non è che respiri aria di montagna….
in Corea (del Sud) ci ha vissuto per due anni la figlia di un’amica, in quanto a tecnologia sono un bel pezzo avanti
Però! E’ davvero un esempio da seguire questo…
l’idea è buona, è la collocazione ad essere discutibile; olgtre alla tua osservazione, decisamente corretta, in caso di autostrada trafficata mi immagino che bello sia transitare in mezzo ai fumi di scarico…
mi sembra una scelta assai…pericolosa, es. sinistro stradale con salto di carreggiata
il ciclista diventa l’anello debole in mezzo a due flussi di traffico, con le “vie di fuga” scarse se non inesistenti
insomma… il vaso di coccio stile don Abbondio
no grazie!