Un paio di settimane fa ho scritto il post Se i TG la smettessero di fare da cassa di risonanza ai terroristi… che ora integro con un estratto dell’intervista fatta da Vanity Fair a Marco Lombardi, esperto di terrorismo e crisis management (gestione del rischio) alla Cattolica di Milano e responsabile del centro Its Time di Trieste.
Resta il fatto che si tratta di considerazioni alla portata di tutti noi ed invece ecco che su Facebook e correlati è un fiorire di notizie inesatte se non inventate di sana pianta, di bufale, di vergognose illazioni sulla vittima italiana.
Senza dimenticare poi i falsi allarmi via Whatsapp (occhio che vi beccano)….
E tutto per cosa? Per quadagnare 1 minuto di attenzione o qualche click su mi piace?
Pensiamo alle cose serie e facciamo la nostra parte, accendere il cervello per qualche minuto e non cliccare su Invio può essere utile.
Ricordiamoci che i Social possono essere realmente utili in caso di emergenze collettive, ma la loro efficacia si perde se vengono intasati di messaggi inutili, se non falsi.
Togliamo visibilità a #quellilà cominciando a non citare la loro sigla… e poi postiamo sui social, comunichiamo fra noi, ma con intelligenza.
Senza dimenticare che i Social possono essere realmente utili in caso di emergenze collettive, ma la loro efficacia si perde se vengono intasati di messaggi inutili, se non falsi.