150 parlamentari europei hanno deciso di inviare le loro provette [di urina] per conoscere la percentuale di glifosato che potrebbero avere nell’organismo, in vista di una votazione che si terrà a Strasburgo sulla risoluzione della commissione Ambiente del Parlamento Ue, che chiede a Bruxelles di bocciare la richiesta di nuova autorizzazione della sostanza.
Il dibattito attorno a questo principio attivo, base di diversi erbicidi (e in particolare del Roundup prodotto dalla Monsanto), sta riaccendendosi nuovamente dopo che il Comitato fitosanitario dell’Unione europea ha rinviato la sua decisione sul rinnovo.
La scelta di posticipare questa importante scadenza viene dal polverone alzatosi a seguito dello scontro tra titani della scienza che vede opposti la IARC (Agenzia dell’OMS per la ricerca sul cancro) e l’EFSA (Autorità Ue per la sicurezza alimentare).
La prima, poco più di un anno fa, ha etichettato il glifosato come «probabilmente cancerogeno per l’uomo», la seconda, a novembre 2015, lo ha definito «probabilmente non cancerogeno».
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