Una barriera galleggiante lunga 100 km per contenere i vortici di plastica che galleggiano negli oceani.
L’idea ha risvegliato l’interesse del governo olandese, che ha deciso di contribuire al finanziamento.
L’obiettivo è ambizioso: far sparire gli oceani di plastica – anche quella fatta passare per biodegradabile, che invece fa gli stessi danni di quella convenzionale – contribuendo a danneggiare delicati ecosistemi insieme agli effetti dei cambiamenti climatici.
Problema pressante: entro il 2050 in acqua ci saranno più rifiuti di plastica che pesci.
Il progetto da 300 milioni di euro esce dall’immaginazione di un ragazzo di 21 anni, Boyan Slat.
Consiste in una barriera che permetta di evitare la dispersione della plastica per gli oceani e rappresenta solo un primo passo, ma essenziale, per ripulirli davvero.
Grazie alla barriera, infatti, le navi-spazzino avrebbero più tempo per procedere alla raccolta, riuscendo con più facilità a recuperare anche i frammenti di piccole dimensioni, peraltro i più pericolosi per il mondo animale.
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