Come già scritto in altre occasioni, sono contrario al fatto che ad ogni servizio oggigiorno sia abbinata una raccolta premi e relativo Catalogo.
La gestione di queste raccolte costa e sicuramente attirano clienti (vedi i distributori di benzina), ma di fatto sono costi che vengono scaricati sul cliente, per cui paghiamo di più il prodotto per avere la possibilità di avere un “premio”, magari aggiungendo anche un contributo in denaro.
Ed infatti come spiegava Il Fatto Alimentare: Perchè i supermercati U2 sono i più convenienti d’Italia insieme ad Auchan? Hanno abolito promozioni, sconti e raccolte punti
Non sono convinto quindi che il gioco valga la candela, tanto più che come scritto tempo fa in un articolo dell’UNC (segui @massidona su Twitter), in cambio gli diamo i nostri dati, inclusi quelli sui nostri consumi e preferenze.
Oggi ci troviamo davanti a raffinati programmi multi partner (che oltre ai tradizionali supermercati riguardano i distributori di carburante, le compagnie aeree, gli operatori telefonici, la paytv e molto altro) in cui l’accredito dei punti avviene su un conto elettronico e alla scadenza si ha diritto ad un premio, ad un buono acquisto o a sconti fedeltà.
Senza contare quelle tessere fedeltà che sono vere e proprie carte di credito e che si possono utilizzare ovunque o solo presso la catena convenzionata”.
“Qualche volta i vantaggi delle carte fedeltà sono reali, l’importante è che non si degeneri in una dipendenza per cui alcuni consumatori comprano in maniera compulsiva pur di accaparrarsi un inutile premio.
Senza contare l’importanza della tutela della privacy; quando si compila il questionario per ottenere la tessera fedeltà ci sono tre caselle da barrare: con la prima si acconsente a fornire i dati anagrafici per ricevere la carta, con la seconda si accetta di ricevere le offerte promozionali e con la terza si permette che le proprie abitudini siano registrate per le ricerche di mercato. Soltanto la prima, dunque, è obbligatoria”.
Quando si aderisce ad un programma fedeltà, attenzione a non farsi prendere dalla fretta: è bene leggere con calma il contratto (assicurandosi, ad esempio, che non ci siano clausole vessatorie come ‘non si assicura la disponibilità dei premi’); non acconsentire a tutte le opzioni presenti (se non si vuole ricevere spamming) e verificare la consistenza dei premi (controllando che non si tratti di prodotti difettosi, linee di seconda scelta o fuori commercio).”
Nel tempo, ho fatto le Tessere fedeltà solo dei negozi/catene delle quali usufruisco spesso, stando attento alle caselle da selezionare in ambito Privacy, dopo di che dato che i punti me li danno “a prescindere”, in genere li uso all’Esselunga per ottenere degli sconti sulla spesa oppure, alla Coop, le ricariche automatiche della Sim piuttosto che un tostapane.
Dopo di che, come spiegato nell’articolo il catalogo Esselunga fa la differenza ed in genere una volta all’anno se troviamo qualcosa che ci interessa realmente, che ci serve, sfruttando la raccolta punti ce lo prendiamo, non prima di aver verificato che il prezzo pagato (in punti e/o contributo) sia realmente conveniente.
Come abbiamo scoperto in un test che pubblichiamo integralmente sul nuovo numero del mensile il Salvagente in edicola analizzando 8 raccolte premi attualmente in vigore in altrettante catene di supermercati, in alcuni casi la convenienza è del tutto assente e la corsa ad accumulare punti non viene ricompensata con un vero regalo, ma con un prodotto pagato quasi a prezzo di mercato.
Un ottimo esempio, si fa per dire, è il catalogo dei supermercati Auchan.
Il criterio di raccolta dei punti è cambiato un paio d’anni fa proprio perché il vecchio sistema, che garantiva un punto ogni euro di spesa, si era rivelato troppo “generoso” coi clienti.
Ma il nuovo criterio, che assegna punti quasi esclusivamente con l’acquisto di prodotti a marchio Auchan, è caduto nell’eccesso opposto tanto che è diventato quasi impossibile raggiungere la soglia prevista per la maggior parte dei premi.
I premi offerti dal catalogo Esselunga sono qualitativamente superiori agli altri e, facendo un semplice calcolo, scopriamo che il valore dei punti Esselunga non viene vanificato quando si trasforma in premio, anzi aumenta.
Un esempio?
Il tostapane Smeg offerto a 49 euro + 5.000 punti o gratis con 9.900 punti. Il prezzo di mercato si aggira sui 120-130 euro e questo vuol dire che 1.000 punti Esselunga, tramutati in premio, valgono circa 13 euro mentre se li trasformiamo in buoni spesa ci fruttano 10 euro.
Impossibile applicare la stessa equazione al catalogo Auchan dove, lo abbiamo visto, il valore dei punti molto spesso si azzera. E questa svalutazione è lampante anche in altri casi.
Fonte & dettagli: Raccolte punti dei supermercati: quali convengono sul serio | il Salvagente