Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Torino non è Buenos Aires

«Mi versai un altro bicchierino di whisky, sempre più perplesso. […] L’idea che ci fossero bravi borghesi che alla sera, smessi giacca e cravatta o il camice da medico, s’infilassero un cappuccio nero e andassero a rendere omaggio al diavolo, più che impaurirmi mi faceva sorridere. […] Ma al tempo stesso il quadro delineato dal professor Dalle Vigne m’induceva a riflettere. Sulla fragilità della natura umana, sulle deviazioni della psiche, persino su questa strana città in apparenza sempre sospesa tra Bene e Male. Decisamente, Torino non è Buenos Aires.»

Hector Perazzo, ex sbirro della Polícia Federal argentina trapiantato a Torino, è un detective privato che sbarca il lunario grazie a lavoretti di routine: corna, mariti infedeli, studentelli che si spinellano. Ma quando la peruviana doña Pilar gli chiede d’indagare sulla scomparsa della figlia Linda, ventenne senza permesso di soggiorno sparita nel nulla di una vita in apparenza senza ombre, lo scenario cambia. 

Hector scandaglia gli ambienti marginali della Torino multietnica di San Salvario e Porta Palazzo, quella degli alberghi equivoci della collina, entrando e uscendo dalla zona grigia che in ogni metropoli sfuma i confini tra legalità e illegalità.

Ed è così che l’esistenza della giovane sudamericana rivela un dark side inatteso; non solo, pian piano l’indagine traccerà i contorni di una realtà strana e terribile, che porterà Hector sulle montagne saluzzesi, sulle tracce di un grande pittore rinascimentale e di una setta di satanisti capaci di tutto.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 12 gennaio 2022 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: