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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: L’ultimo soldato di Mussolini

di Andrea Frediani

Newton Compton – Pagg. 468 – € 5,99 (ebook)

Trama:

All’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943, la vita di Ulisse Savino, un reduce della milizia fascista, è distrutta. Respinto dalla compagna, ignorato dalla stessa figlia, disorientato dalla caduta di Mussolini e del fascismo e pieno di vergogna per il tradimento italiano nei confronti della Germania nazista, non vede vie d’uscita.

Ma la creazione della Repubblica di Salò fa rinascere in lui nuove speranze. Unitosi con ritrovato entusiasmo alle file della Legione d’assalto Tagliamento, non vede l’ora di poter affiancare i nazisti nella lotta contro gli Alleati.

La realtà che lo attende però è ben diversa e lo porterà a scontrarsi con i partigiani e la popolazione che li sostiene, e a confrontarsi con rastrellamenti, fucilazioni, violenze e soprusi di ogni sorta.

Col progredire di questa guerra fratricida, le sue convinzioni cominciano a vacillare; gli eventi di cui è testimone lo spingono a cercare uno scampolo di umanità in un immaginario rapporto con la figlia, ed i suoi occhi prendono a guardare in modo diverso coloro che si battono per liberare l’Italia dal giogo del nazifascismo.

Opinione personale: Con libri che raccontano storie durante un periodo bellico, tanto più la II guerra mondiale, parto sempre dal preupposto che è facile giudicare le persone e le loro scelte seduti comodamente da un divano, ma vivere il momento è altra cosa; anche in questo caso è così, sono riuscito a capire lo smarrimento di Ulisse che è un idealista piuttosto che un fanatico e quindi nei primi giorni dopo l’armistizio del 1943, con la caduta di Mussolini ed il Paese allo sbando, lui per primo non sa più cosa fare, cosa scegliere.

E quindi sceglie di stare da quella che sappiamo essere la parte sbagliata e quindi si ritrovo a perseguire, cacciare, arrestare ed uccidere i suoi stessi compatrioti.

Non sono necessariamente i partigiani, con i quali al limite te la giochi alla pari, armi in mano, ma ci si accanisce sui civili, con ogni pretesto possibile, stuprando le donne, torturando anche solo per il piacere di farlo, ottenebrati da un credo ormani finito e da un potere di vita e di morte, ma anche rubando senza ritegno e, per l’appunto senza onore.

Ad un certo punto Ulisse apre gli occhi, grazie anche a Letizia, una puttana che in realtà è una partigiana e quindi cambia casacca, non prima di aver ucciso e, tramite le sue indagini all’UPI, aver causato arresti, torture ed esecuzioni. Per questa presa di coscienza decisamente tardiva, non riesco e non voglio perdonarlo.

Resto dell’idea che tra l’andare nella Resistenza con i suoi amici e commilitoni oppure arruolarsi nei Legionari fascisti, avrebbe potuto scegliere una terza opzione ovvero imboscarsi e vivere la guerra defilato; della parte finale del libro, epilogo incluso, non parlo perchè mi sono trovato spiazzato dagli eventi e quindi sarebbe sbaglato scrivere qualsiasi anticipazione.

Degna di nota la postfazione dell’Autore, spiega al meglio il dilemma di Ulisse ed il mio nel giudicarlo, visto che “tanta gente crede a ciò che è stata abituata a credere, perchè il regime non ha sviluppato nel cittadino una coscienza critica.”

Tutto vero, ma diversamente da altre volte, sono più severo nei confronti del personaggio, perchè ha contribuito attivamente alla barbarie ed i dubbi contro i quali combatteva non gli hanno impedito di commettere azioni evitabili che sapeva essere sbagliate.

Nella mia classifica personale gli assegno un Buono (4* sul Kobo).

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 6 dicembre 2022 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .
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