1 – Arriva una richiesta per “200 pezzi Tipo XXX” del mio catalogo.
Rispondo: “Buongiorno, per poter fare una quotazione serve sapere la qualità del materiale e le dimensioni”
(Per completezza, sul catalogo ci sono delle lettere al posto delle dimensioni e quindi servono le dimensioni H=_ / F=_ / ecc.”
Se lavori nell’Ufficio Acquisti sono cose che devi capire, cribbio.
Ma che cosa ha in testa la gente?
Il vuoto assoluto?
Gli ho scritto per chiare alcuni punti. In primis che lui mi deve dire le misure e non io darle al posto suo e che in ogni caso i pezzi che ha scelto sono troppo corti da produrre.
Mi ha risposto inviando la foto di quello che devono ricostruire, così (pensa lui) lavoro al posto suo e se poi qualcosa non va bene la colpa è mia…
Si attacca al tram, per non dire altro …
Dopo di che, ho verificato che sono venuti una volta sola, nel 2016, per una fattura da 50 € Iva compresa.
Per me può anche andare dove è andato finora; questi sono quelli che vengono solo quando hanno le rogne che nessuno gli vuole fare.
Tipo quelli che arrivano nell’ultima settimana di luglio …
2 – Vado in confusione.
Cliente nuovo. Mando un modulo da compilare con i loro dati completi, in calce al quale ho scritto: “Il sottoscritto delle presente comunicazione si assume la responsabilità della correttezza e veridicità dei dati forniti alla scrivente. “
Me lo rimanda, timbrato e firmato.
Indirizzo: Via xxxx 1
Guardo il timbro: Via xxxx 7
Va da sè che gli ho chiesto un chiarimento. Magari non hanno cambiato il timbro per non spendere 20 €.
Ecco mi risponde: “Buongiorno, si è trattato di un mio errore. L’indirizzo è: via xxxx 7”
Mi torna in mente il cliente tedesco (una multinazionale, tanto per dire) che aveva cambiato la Partita Iva (senza comunicarlo), ma non l’indicazione sulla carta intestata innescando un problema in fatturazione che ha portato l’Ag. delle Dogane ad accusarci di aver evaso l’Iva con conseguenze giudiziarie (e relativi costi, che lo Stato non paga per i suoi errori) che si sono protratte per anni ed anni, nonostante i tedeschi avessero inviato una dichiarazione che ammetteva il LORO errore.