In questi giorni sto guardando in tv il telefilm Life on Mars, nel quale il protagonista, un poliziotto di Manchester, per un fenomeno inspiegabile e legato ad un incidente che lo ha lasciato in coma, si risveglia nei panni di se stesso, ma nel 1973.
Sembra un salto temporale irrisorio, ma in realtà si scontra con dei colleghi assai poco “politicamente corretti”, ma soprattutto con la mancanza di tecnologia quotidiana alla quale siamo ormai abituati.
Anche l’attività poliziesca ne risente, dato che la ricerca negli archivi si fa alla vecchia maniera, con faldoni accatastati su scaffali e basta una pagina fuori posto per non trovare ciò che si cerca e, alla fine, non hanno il cellulare, inteso come telefonino, non come “trasporto detenuti”. 😉
A questo punto, con una vena polemica, ma con una certa curiosità personale mi chiedo: come vivevamo una quindicina di anni orsono, senza il cellulare? Vivevamo ugualmente. Resta il fatto che un cellulare è utile, spesso risolve situazioni di emergenza, ma è anche fonte di perciolo, soprattutto se usato mentre si guida.
Oggi mentre rientravo a casa ho notato un automobilista che parlava al cellulare e, con l’altra mano, consultava un palmare. A questo punto, a meno che fosse Rocco Siffredi in incognito, mi chiedo come facesse a manovrare il volante.