Nota di Pao: Pubblico due articoli di Maurizio Caprino, circa le normative, la burocrazia e la violazione sistematica delle regole da parte dei camionisti; beninteso, non è sempre colpa dell’autista, molto spesso vengono imposti ritmi assurdi, per offrire il servizio più rapido ai prezzi più bassi.
Circa la velocità delle consegne a discapito delle regole, per quanto riguarda i vettori di cui mi servo in ambito lavorativo, io non pretendo l’impossibile, nel senso di orari, perchè sono uno di quei pochi (temo sia così) che cerca di lavorare con buonsenso. Tuttavia l’autista di un mio cliente mi raccontava che una volta era in giro nell’hinterland milanese ed era in ritardo causa traffico; ha avvisato il datore di lavoro della cosa e lui ha ribattuto che gli serviva il materiale e di fregarsene dei limiti. L’autista ha ovviamente preso una multa per eccesso di velocità, sui 150 € con perdita di punti, ovviamente dalla “sua” patente. Per i punti, poco da fare, ma si è rivolto al datore di lavoro per avere il rimborso della sanzione, ma lui ha fatto spallucce dicendo “la multa l’hai presa tu”. In questo caso la cosa si è risolta in maniera ovvia. L’autista si è pagato la sua multa ed ora circola rispettando i limiti. I tempi di ritiro o consegna si sono allungati, il capo protesta e lui se ne frega. Ma il problema di base è la mentalità del mio cliente.
E qui il discorso si allarga, per forza di cose. Arriviamo al cosiddetto “just in time” ovvero in quella situazione in cui il cliente finale pretende di ricevere quasi in tempo reale il materiale dal fornitore che deve farsi carico di produzioni anticipate e poi “fare magazzino”, se è possibile, oppure produrre su espressa richiesta ma all’ultimo momento e poi inviare il materaiale a destinazione. Questo giochetto, che permette al cliente finale di avere il materiale senza avere costose giacenze di magazzino, che scarica totalmente sui fornitori, è alla base della frettache hanno tutti i vettori. Se poi aggiungiamo la concorrenza sleale (e pericolosa) di chi utilizza autisti irregolari, spesso impreparati, sicuramente sottopagati, offrendo tariffe più basse, va da sè che il vettore regolare ha sulla testa la spada di Damocle dei tempi legata a quella dei costi. Ha perso in partenza. E si innesca il meccanismo del “fai più in fretta, più in fretta.” Potranno fare tutte le regole del mondo, ma se non si cambia l’approccio del mondo del lavoro, in oggi suo aspetto, non si migliorerà nulla.
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Un mese fa avrete visto lo speciale Anno Zero sulle clamorose carenze di sicurezza nel mondo dei camion. A me è piaciuto tantissimo: è anni luce distante dalle pseudo-inchieste che nelle redazioni si fanno senza nemmeno più rendersi conto di cosa sia un’inchiesta. Ma i conti non tornano: a parte alcune generalizzazioni che non fanno mai bene, l’Inail dice che in Italia il trasporto pesante è coinvolto in incidenti che provocano appena il 7% dei morti complessivi e il 4% dei feriti e che sinistri e vittime sono calati del 10% nel 2007 (ultimo dato disponibile) rispetto al 2006. E allora? Colpa, come al solito, della mancanza cronica di statistiche serie. Tanto che la Fondazione Ania si sta quasi sostituendo alle fonti pubbliche per ricavarne di sue.
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Oggi è iniziato alla Camera l’iter della legge Comunitaria 2008, che – tra le direttive Ue da recepire – contiene anche la 2008/68 sul trasporto delle merci pericolose: gli esperti prevedono che sarà una batosta economica per i piccoli trasportatori adeguare i propri mezzi (ben 9.800 sui 10.000 totali del settore) alle nuove disposizioni (per avere solo una piccola idea, leggete qui Scarica Tracciamento Adr Monza Research). Si sta invece ridimensionando il caos dei mesi scorsi sull’applicazione della direttiva 2007/38, che impone di cambiare gli specchi su moltissimi camion: non era chiaro quale documentazione fosse da presentare alla Motorizzazione per far approvare i nuovi specchi montati e i prezzi degli esemplari omologati erano alti, ma ora col passare dei mesi (e delle circolari della Motorizzazione) si va verso la normalità.
Cose che succedono ogniqualvolta c’è da adeguare il parco circolante a nuovi obblighi: pensate alle continue proroghe concesse dal 2003 ai mezzi pesanti che dovevano dotarsi delle strisce rifrangenti (sacrosante in un Paese dove i camionisti per dormire sono spesso costretti a fermarsi anche in semplici piazzole). Il problema più rilevante è che spesso poi si naufraga sui controlli.
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