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Ciliege, un peccato di gola

Oltre che buone e irresistibili, le ciliegie sono considerate dagli scienziati un vero elisir di lunga vita. Perché proteggono dalla vecchiaia precoce, sono disintossicanti e combattono le infiammazioni articolari. Scopriamole.

Storia
La piante del ciliegio è originario dell’Asia Minore. Si è diffusa nel bacino del Mediterraneo da circa tremila anni. E’ stata introdotto dalla Grecia in Italia nel II secolo a.C. dal generale romano Lucullo che diede ordine ai suoi legionari di portare a Roma le “ciliege dolci”, che da quel momento hanno gradatamente sostituito le più aspre amarene. Un secolo dopo, le ciliegie avevano già raggiunto le rive del Reno e del Tamigi. Oggi la coltivazione di questo frutto è diffusa in tutto il pianeta. Il 75% del raccolto mondiale si produce in Europa.

Varietà
Le specie che hanno dato origine a tutte le varietà coltivate sono due, il Prunus avium (la ciliegia dolce) e il Prunus cerasus (amarene, visciole e marasche). Dal primo derivano, per selezione, tutte le varietà tenerine e duracine. Le ciliegie tenerine, come anticipa il nome, sono a polpa tenera, generalmente di colore rosso scuro. Le duracine (o duroni), invece, sono più grandi e hanno polpa soda. Possono essere di colore rosso scuro o nero con polpa rossa, oppure di colore rosso chiaro con polpa giallastra o tendente al rosa.

Tra le numerosissime varietà coltivate in Italia ci sono le ciliegie di Marostica, le uniche a marchio Igp; le precoci Bigarreau, sul mercato già a metà maggio; il Durone Nero di Vignola, dolcissimo; Anella, un durone color rosso fuoco e polpa croccante e succosa.

Tra le la varietà Ferrovia è fatta di ciliegie tenerine coltivate soprattutto in Puglia, apprezzate per la succosità della polpa; tra le varietà pronte a metà giugno si distinguono per bontà il durone Nero II e il Ciliegione.

Tra le varietà tipiche a rischio di estinzione troviamo la ciliegia di Lari, in provincia di Pisa, la ciliegia piacentina Cuore Nero, la vicentina Bianca Marosticana, la dolcissima Mora di Vignola.

Come acquistarle
Vanno scelte “al punto giusto”, perché a differenza degli altri frutti, le ciliegie non maturano dopo il raccolto. I frutti devono essere turgidi, senza ammaccature e con il picciolo verde vivo. Si conservano in luogo fresco e poco umido in un sacchetto di carta e mai nella plastica, in frigorifero solo d’estate. Una volta lavate, se non vengono mangiate subito, anno asciugate bene.

La tradizione vuole che le ciliegie si mangino entro il giorno di San Giovanni, il 24 giugno: superata questa data, con il caldo afoso e l’eccessiva maturazione, possono facilmente ospitare piccoli vermetti bianchi, detti appunto “giovannini.

Proprietà
Le ciliegie sono dotate di vitamine A, B e C, sali minerali e oligoelementi preziosi (zinco, rame, manganese, cobalto). Contengono levulosio, uno zucchero adatto anche agli obesi e ai diabetici. Il fatto che siano praticamente prive di grassi e proteine le rende adatte ad un regime dietetico, l’ideale per uno spuntino sano e poco calorico.

Oltre che un peccato di gola, le ciliegie sono anche un valido alleato della bellezzai: la presenza di antociani fa sì che frenino l’invecchiamento cellulare. Secondo alcuni studi pare che due-tre ciliegie al giorno possano addirittura raggiungere lo stesso potere antiradicali liberi di una dose giornaliera raccomandata di vitamine E. Ma non è tutto. Uno studio americano pubblicato dal Journal of Nutrition, attribuisce alle ciliegie importanti effetti terapeutici nei confronti delle infiammazioni alle articolazioni. Secondo la ricerca, fare colazione al mattino con 45 ciliegie fresche abbassa il rischio di sviluppare l’infiammazione.

Un altro studio della Michigan State University, invece, evidenzia come una dieta ricca di ciliegie riduca gli attacchi di cuore e le malattie cardiovascolari. I gustosi frutti rossi sono inoltre depurativi del sangue e disintossicanti, drenanti del fegato e delle tossine, antinfettivi, antibatterici e lassativi.

Dagli studi condotti in Italia dall’Ivalsa del Cnr di Firenze e del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Firenze emerge che le cultivar nostrane sono molto più ricche di antiossidanti di quelle indagate negli studi americani. E più le ciliegie sono rosse più ne contengono: i composti antocianici infatti sono maggiori nelle varietà dal colore più intenso.

Paola Magni – www.lifegate.it

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