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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Una lezione di gentilezza da due turisti…

Ricevo da Francesco, di Roma:

Ieri verso le 20 mi sono recato in una delle due gelaterie che preferisco in tutta Roma, il Settimo Gelo nel quartiere Delle Vittorie (gelateria che molte guide gourmet indicano tra le migliori d’Italia e, in effetti, davvero spettacolare per bontà e creatività), con l’intento di acquistare una piccola vaschetta che avrebbe costituito una insolita cena in attesa del GP di Lacuna Seca. Intento naturalmente realizzato.

Come è lì uso, funzianavano i numeretti di attesa per essere serviti al banco, essendoci spesso molta fila. Al banco erano a servire il proprietario e una commessa.

Prima di me c’erano 4 signore e una coppia di ragazzi stranieri. Credo fossero australiani o forse americani, comunque sui 25 anni. Si sono golosamente studiati le varie scelte di gelato in attesa di essere serviti.

Ma al momento della chiamata del primo numero in attesa ho capito che non si erano accorti che funzionava quel sistema e che erano sprovvisti di numeretto; lo ha capito anche il gentilissimo proprietario che, avendo notato che toccava a loro (se avessero preso il numero) ha proposto a noi tutti di ceder loro con gentilezza e senso di ospitalità il posto (che in qualche modo gli spettava) visto che probabilmente non avevano capito il meccanismo.

Io ho subito detto, anzi ho quasi anticipato il proprietario (che conosco), che era giusto fare così e che i due disciplinati e silenziosi ragazzi non meritavano di finire in fondo alla fila.

Essi, però, sono andati a prendere il numero e, con senso di disciplina, hanno declinato l’offerta; io e il proprietario abbiamo insistito, ma le due signore ingioiellate hanno protestato perché avevano preso il numero e spettava a loro.

Tra l’altro, i due ragazzi avrebbero fatto subito perché volevano solo un cono a testa e avevano già deciso i gusti, mentre le signore dovevano ordinare due grosse vaschette da asporto senza avere ancora le idee chiare sui gusti.

Però non hanno voluto saper ragioni e si sono prese tutto il tempo per scegliere.

Finito le signore, io ho insistito con i due ragazzi di passarmi davanti, ma loro non ne hanno voluto sapere, gentilissimi, mentre il proprietario ha cominciato a scherzarci su (allora faccio passare davanti gli altri, se non vi decidete); per fortuna si è liberata anche la commessa e, alla fine, siamo stati serviti contemporaneamente tra sorrisi reciproci.

Quando sono uscito, il ragazzo mi ha detto ciao! alzando il pollice in alto verso di me con quel tipico gesto di approvazione che si usa nei Paesi anglosassoni e la ragazza approvava.

Ci vuole davvero tanto ad essere gentili verso gli altri, soprattutto quando sono ospiti e mostrano quel senso di disciplina che noi italiani non sappiamo spesso cosa sia?

Un plauso, poi, al proprietario che ha mostrato senso di ospitalità: probabilmente quei due stranieri non li avrebbe mai rivisti, mentre le signore erano, sicuramente, clienti abituali; ma per egli, in quel momento, prevaleva il senso di ospitalità e gentilezza a quello degli affari…

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Questa voce è stata pubblicata il 6 luglio 2009 da in Persone & Società, Turismo con tag , , , .