Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
Se siete automobilisti appassionati e coscienziosi, immagino che almeno una volta abbiate cercato di comprare una vettura equipaggiata per integrare i dispositivi portatili che ormai abbondano nelle nostre tasche (quasi costringendoci a tornare ai vituperati borselli “porta-autoradio” degli anni Settanta): cellulari, I-pod, lettori Mp3 e navigatori.
Per integrazione intendo fondamentalmente un collegamento bluetooth che consenta di parlare col vivavoce dell’auto e di usare i vari dispositivi con comandi vocali e al volante, seguendo le indicazioni del loro display ripetute sul cruscotto, nella strumentazione dell’auto.
Il tutto per usare nel modo meno distraente possibile questi dispositivi anche durante la guida (fermo restando che in nessun caso si deve esagerare, anche quando i comandi funzionano a meraviglia). Immagino pure che vi siate arresi: è impossibile trovare un modello di vettura in grado di interfacciarsi senza problemi con tutti i nostri dispositivi personali (che i tecnici chiamano “nomadic devices”). Ora vi spiego perché.
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