di Maurizio Caprino
L’ho sospettato fin dal primo momento, ma ne ho avuta la conferma solo da poco e in via indiretta: alla riduzione di morti e incidenti ottenuta nei tratti autostradali controllati dal Tutor si contrappone un aumento dei problemi nei tratti adiacenti.
Lo chiamano “effetto recupero”: chi si è dovuto frenare per qualche centinaio di chilometri, si rimette a pestare sull’acceleratore per “recuperare il tempo perduto” (peraltro non sapendo che col traffico di oggi è comunque difficile tenere medie elevate). Con l’aggravante che, specie nei primi chilometri di “libertà”, è ancora abituato ad andare piano e quindi tende ad avere i riferimenti falsati su spazi e tempi.
Per questo, Autostrade per l’Italia (Aspi) punta a estendere il Tutor il più possibile, gli altri gestori glielo “invidiano” e qualcuno (Serenissima e Milano-Serravalle) gliel’ha anche comprato.
In questo contesto, il senatore Luigi Grillo ha presentato un emendamento al Ddl sicurezza stradale (quello che dovrebbe essere votato in queste settimane e nell’ambito del quale si discute anche sui 150) che manda all’aria qualsiasi regola istituita dallo stesso Ddl per migliorare la sicurezza strutturale delle strade (asfalti, segnali, guard-rail) destinando a essa buona parte dei proventi alle multe (che andrebbero all’ente proprietario e non all’ente che accerta l’infrazione): sui tratti con Tutor, Grillo propone di girare gli incassi derivanti dagli eccessi di velocità alla copertura delle spese sostenute per installare questo costosissimo sistema di controllo.
Si potrebbe discutere un bel po’ sul fatto che Grillo sia storicamente vicino ai poteri forti della finanza (vedi le inchieste sui “furbetti del quartierino” e l’ex-governatore di Bankitalia, Antonio Fazio), che non sono estranei al settore autostradale. Ma non dimostreremo mai nulla di concreto. Potrei anche raccontarvi che nel 2008 in Francia hanno investito molto sui controlli di velocità ma senza i risultati che ci si aspettava (a conferma che quando si arriva a livelli già buoni diventa difficile migliorare e comunque hanno confermato forti stanziamenti per il 2010 – 196 milioni sui 212 stanziati per i controlli in generale, in modo da arrivare a 3.270 radar installati a fine 2010); ma la Francia è un altro mondo, quindi il ragionamento potrebbe non essere adatto a noi.
Piuttosto, vi racconto che l’estensione del Tutor nei prossimi mesi sarà completa su tutta la metà meridionale dell’A14, arrivando da Foggia a Taranto. Si applaudirà, visto che lì traffico è ancora accettabile e si corre parecchio. Ma da Foggia a Taranto si può arrivare anche attraverso superstrade a doppia carreggiata, più trafficate e strutturalmente peggiori (almeno in alcuni tratti) rispetto all’A14.
Data la scarsa presenza della Stradale, il tam tam tra i “piedi pesanti” locali è già partito e così quando il Tutor sarà completato ne vedremo una migrazione sulle superstrade. Aspi migliorerà ulteriormente le sue statistiche sulla mortalità, ma in Puglia si continueranno a piangere ancora tanti morti sulla rete stradale ordinaria.
Magari non ne risentiranno più di tanto le cifre ufficiali complessive, perché sulla viabilità ordinaria le rilevazioni statistiche sono meno affidabili e quindi alcuni morti “spariscono”. Quindi il problema sarà nascosto come la polvere sotto il tappeto.
Certo, non succederà così ovunque: in buona parte d’Italia non c’è viabilità alternativa. Quindi, per esempio, il Tutor ora c’è su tutta la Milano-Bologna, ma è fisicamente impossibile fare la via Emilia – in mezzo a case e capannoni – per correre oltre i 130. Ma in parte succederà.
Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
Infatti sono d’accordissimo. Ma i “piedi pesanti” non ragionano così (ammesso che ragionino…)
Non per polemizzare, ma trovo estremamente difficile che chi, ritenendo troppo poca una media di 130-135kmh tenuti su un tratto autostradale poco trafficato, speri seriamente di mantenere medie sensibilmente superiori su strade alternative in mezzo al normale traffico (che significherebbe percorrere lunghi tratti a ben oltre 150kmh in mezzo ad auto e camion molto più lenti). Se poi ci si riferisce alle SS16 e SS100, che hanno anche tratti a una sola corsia e con incroci a raso, uno per essere più veloce che in autostrada deve infrangere una marea di regole e rischiare la vita centinaia di volte, a questo punto se proprio si vuole superare i limiti, meglio farlo in autostrada con meno rischi…