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L’Efsa riduce del 60% il livello giornaliero di assunzione della melamina

di Roberto La Pira – Blogger del Sole 24ore

La primavera 2010 non è proprio una stagione  fortunata per l’industria della plastica. Dopo le discussioni dei giorni scorsi sull’opportunità di non usare il bisfenolo A, e quindi il policarbonato, come materiale per i biberon, ieri  13 aprile l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) ha focalizzato l’attenzione sulla melamina. L’Autorità ha annunciato la riduzione del 60% della dose giornaliera tollerabile (TDI).

La questione ha una certa rilevanza perché la melamina è  il materiale plastico  utilizzato per piatti, bicchieri, stoviglie e vasellame da cucina e anche per le stoviglie dei bambini perché  quando cadono non si rompono. Questi oggetti sono  ottenuti da una resina molto resistente all’acqua, al calore, ai graffi e agli agenti chimici, composta di melamina e formaldeide.

Le altre fonti di potenziale migrazione /contaminazione sono da ricercare nel materiale di rivestimento superficiale di molte cucine, in alcune resine ammidiche adesive,  in alcuni pannelli fonoassorbenti oltre che  nei rivestimenti per tessuti e lattine e in alcuni ritardanti di fiamma.

Gli esperti dell’Efsa hanno ritenuto opportuno ridurre del  60% la dose giornaliera tollerabile (da  0,5  milligrammi per chilogrammo di peso corporeo a 0,2 ), dopo un’analisi statistica dei dati tossicologici sulla migrazione della melamina  nel cibo e sull’assunzione indiretta dall’ambiente.

Il  problema esiste, ma non  bisogna  allarmarsi, perché l’Efsa  nel documento conclusivo, precisa che mediamente le persone non raggiungono il nuovo  standard di riferimento.

La decisione di rivedere i limiti è scaturita dopo lo scandalo in Cina, causato dall’aggiunta fraudolenta della melammina al latte per neonati nel 2007 (*) che ha causato la morte di molti neonati. Un analogo problema è stato riscontrato in Canada e negli Stati Uniti dove la melammina veniva aggiunta in modo fraudolento  a scatolette di  cibo per animali causando la morte di migliaia di animali  e il ritiro  dal mercato di 60 milioni di confezioni di 40 marchi. Prendendo spunto da questi episodi la Commissione europea ha chiesto all’Efsa nel 2009, di rivalutare la TDI per la melammina.

La riduzione del 60% comporta risvolti importanti anche per le aziende produttrici,  perché l’Efsa ha invitato  le autorità di Bruxelles a rivedere i livelli di migrazione (LMS Limit migration specificic) della melammina dalla plastica  usata per piatti e stoviglie al cibo (attualmente il valore è di  30 mg/kg).

La norma verrà quindi rivista e le aziende dovranno adeguarsi, riformulando  i prodotti al di fuori dei nuovi standard. Alla fine di questo percorso migliorerà il livello qualitativo della produzione, la sicurezza per i consumatori sarà più garantita e forse ci saranno anche più controlli da parte delle autorità sanitarie italiane.

(*) La melamina   è una  sostanza chimica che secondo i recenti studi tossicologici  può avere  effetti nocivi per i reni anche a bassi  livelli di assunzione.

Fonte: http://robertolapira.nova100.ilsole24ore.com/

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Questa voce è stata pubblicata il 14 aprile 2010 da in Consumatori & Utenti con tag , , , , , , , .
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