Secondo un’indagine Coldiretti-Swg il 97% dei cittadini ritiene necessario trovare sulle etichette alimentari indicazioni precise sull’origine.
“In questo modo – dice il comunicato – i consumatori potrebbero scoprire che due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero, che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o cagliate provenienti d altri paesi”.
Questo concetto è anche condiviso dall’Unione europea che, negli ultimi anni, ha reso obbligatoria la denominazione di origine per diversi alimenti come: carne di pollo, carne bovina, uova, latte fresco, pesce , ortofrutticoli, olio extra vergine…. Nella lista mancano ancora alcuni prodotti come: pasta, carne di maiale, pomodori pelati, carne di pecora e di coniglio….
In ogni caso il principio secondo cui l’etichetta deve essere la carta di identità del prodotto e deve indicare l’origine degli ingredienti non solo è condivisibile, ma è anzi necessario per dare la possibilità alle persone di conoscere meglio i prodotti che compra.
Per spingere i politici ad estendere l’indicazione di origine ai vari prodotti, Coldiretti dirama ogni settimana comunicati stampa insinuando sospetti sui prodotti alimentari stranieri, lasciando credere che siano di seconda scelta.
Tutto ciò è scorretto perché l’origine delle materie prime (tranne per i prodotti Dop, Igp..) non è un elemento utile per riconoscere la qualità. Per dimostrarlo basta analizzare alcune categorie che da anni riportano sull’etichetta l’origine….
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