di Roberto La Pira
In questi giorni, a Roma, al convegno internazionale Ioha su salute, sicurezza ambientale e lavoro, organizzato dall’Aidii (Associazione italiana degli igienisti industriali) si parla, tra l’altro, di “allarme nanotecnologie”. Il loro impatto sull’economia mondiale è sempre più rilevante.
La nanotecnologia è la scienza della manipolazione della materia nell’ordine di grandezza dei nanometri, cioè milionesimi di millimetro Le nanotecnologie sono già presenti nella vita di tutti i giorni: dai nuovi farmaci (chemioterapici compresi) ai cosmetici, dai detersivi alla produzione di energia alternativa. Ma anche l’industria alimentare è interessata a sfruttarle, e lo sta già facendo.
Agnese Codignola, in un articolo su L’Espresso del 7 settembre 2010, scrive che l’associazione Friends of the Earth nel rapporto “Out of the Laboratory and on to our Plates – Nanotechnology in Food & Agriculture” ha censito più di cento nanosostanze che, a vario titolo, entrano nella catena alimentare.
Negli Stati Uniti, lo Woodrow Wilson International Center for Scholars ha sponsorizzato il Project on Emerging Nanotechnologies, che ha portato alla scoperta di 84 alimenti comuni contenenti nanofood.
Mentre secondo “Nature Nanomaterials” sono già più di 800 i prodotti nano in vendita, se si considerano anche i cosmetici e altre tipologie merceologiche di uso comune.
Vantaggi e rischi quali sono? Negli Stati Uniti e in Inghilterra se ne parla
Continua la lettura qui > Nanotecnologie: luci e ombre degli alimenti del futuro prossimo venturo. Il parere di Mannino del Cira di Milano | Il Fatto Alimentare.