A proposito dell’articolo ripreso dal sito “eurosalus.it” dal titolo: “Celiachia dell’adulto: forse è meglio non scoprirla”.

Nell’articolo si fa riferimento ad un lavoro pubblicato su una prestigiosa rivista (Gastroenterology) che ha seguito per una decina di anni un centinaio di persone anziane che, ignorando di essere positive ai test specifici per la celiachia, consumavano regolarmente glutine.

Basandosi sul dato riportato nel lavoro che in queste persone il rischio di mortalità e di sviluppare cancro risultava pari a quello dei controlli sani, l’articolista di eurosalus afferma che “le persone che hanno anticorpi contro il glutine, se hanno costruito anche una capacità di tolleranza nei confronti di questa sostanza, possono vivere benissimo senza alcun bisogno di diventare relegati a vita ad una dieta priva di glutine”.

Affermazione di difficile interpretazione che potrebbe indurre qualche persona celiaca a smettere di seguire la dieta senza glutine.

Perciò, a scanso di equivoci, preciso che nello stesso lavoro scientifico viene anche riportato che quelle persone, che non avrebbero dovuto ingerire glutine, presentavano (rispetto ai controlli sani) un tasso più alto di osteoporosi e di ipotiroidismo e un livello più basso di ferritina.

Aggiungo anche che in un altro lavoro scientifico pubblicato sulla stessa rivista nel 2009, che ha seguito per quarant’anni giovani che, non sapendo di essere celiaci, consumavano glutine, il tasso di mortalità è risultato aumentato di 4 volte. Un consiglio e una considerazione.

Il consiglio: chi è celiaco deve seguire una dieta senza glutine. In tal modo evita ogni sorta di rischio legato all’ingestione di glutine. La considerazione: chi naviga in internet per avere informazioni riguardanti l’alimentazione e la salute, rischia di annegare sotto l’ondata di notizie poco chiare o addirittura inesatte.

Il compito di Valore alimentare è quello di informarvi correttamente e chiaramente. Se avete dei dubbi, non dovete far altro che scriverci > redazione@valorealimentare.it

Per approfondimenti leggete anche “Il grano: l’aumento delle allergie e delle intolleranze“.

Fonte: http://www.valorealimentare.it

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