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I produttori di olio di palma sostengono di voler salvare le foreste. Ma è davvero così?

Leggo su Il Fatto Alimentare

Le denunce di Greenpeace sono servite a innescare un processo che ha condotto i grandi utilizzatori di olio di palma (Unilever, Nestlé, Burger King) alla disdetta di contratti milionari con i fornitori incapaci di garantire la sostenibilità delle produzioni.

Anche il colosso Golden Agri Resources (Gar) Ltd. sembrerebbe avere capitolato, la scorsa settimana: ha infatti annunciato un nuovo programma per limitare la deforestazione nella coltivazione di palma in Indonesia. Ma si ha l’impressione che oltre a questa carta ve ne siano altre, più o meno nascoste.

La deforestazione in Indonesia era finita sotto i riflettori internazionali grazie alla campagna “Kit Kat”: Greenpeace, con un brillante richiamo al leit-motiv pubblicitario dello snack, aveva invitato Nestlè a “concedere un break” anche alle foreste del Sud-est asiatico.

La progressiva mobilitazione delle organizzazioni ambientaliste e di consumatori nei confronti dei più celebri produttori di cibo, fast-food e cosmetici (saponi, shampoo, bagnoschiuma, creme olio di palma e di cocco), ha generato negli anni una pressione tale da condurre questi ultimi a pretendere che i loro fornitori di olio di palma si orientassero verso la sostenibilità.

Nel 2009, il rapporto di Greenpeace “Illegal forest clearance and Round Table on Sustainable Palm Oil (Rspo) greenwash: Case studies of Sinar Mas” ha infine colpito nel segno, evidenziando che Sinar Mas (la casa-madre di Gar, a cui fa capo anche PT-Smart) è responsabile di attività che comportano enormi emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

Il gruppo perciò non solo danneggia le foreste locali, ma dà anche un sostanziale contributo alle emissioni di gas-serra nell’atmosfera, che vedono l’Indonesia al terzo posto dopo Cina e Usa (dati World Bank, 2005).

Leggiamo sul sito web di Golden Agri Resources: «Vogliamo essere i leader nella produzione sostenibile di olio di palma adottando le migliori pratiche industriali e trattando l’ambiente responsabilmente, rinvigorendo anche le comunità dove lavoriamo mentre diffondiamo i nostri valori. La nostra strategia interesserà tutti i rami della sostenibilità (ambiente, comunità, mercati e luoghi di lavoro)».

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Questa voce è stata pubblicata il 20 febbraio 2011 da in Ambiente & Ecologia, Animali, natura & via dicendo..., Leggo & Pubblico con tag , , , .