Leggo su Il Fatto Alimentare
Basta aggiungere alla dieta quotidiana di un vitello o di un vitellone 15-30 mg di un farmaco a base di cortisoni, per ottenere dopo due mesi un incremento di peso di 60-80 kg rispetto ai capi non trattati. L’aumento ponderale artificiale permette perché al momento della macellazione di ricavare da 100 a 300 euro in più.
E’ questo in estrema sintesi il resoconto degli studi condotti dal gruppo di ricerca di Bartolomeo Biolatti, Preside della facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, che da anni conduce studi sugli animali, sia in vivo sia in vitro, con l’ausilio di sofisticati strumenti analitici.
«Per identificare gli animali trattati e le sostanze chimiche illegali utilizzate negli allevamenti – spiega Biolatti – utilizziamo ora metodi sofisticasti che coinvolgono discipline come la Genomica, la Metabolomica o l’impiego dei biosensori.
Questa evoluzione dei metodi analitici rappresenta un vero salto di qualità necessario perché i cocktail di sostanze vietate somministrate agli animali sono sempre più sofisticati. Se fino a qualche anno fa bastava controllare al microscopio le alterazioni delle ghiandole genitali accessorie, come la prostata o le ghiandole bulbo uretrali e il timo, adesso non è più sufficiente.
Ci sono nuove molecole che lasciano che lasciano intatti questi organi bersaglio e diventa difficile accertare i trattamenti illeciti. Recentemente abbiamo messo a punto un nuovo brevetto basato sui biomarcatori genomici, che in presenza di quantità eccessive di estrogeni produce una quantità di proteine sino a 500 volte il valore normale. La crescita vertiginosa diventa così la prova evidente di un trattamento vietato sugli animali».
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Ecco di nuovo gli estrogeni che se sono troppi fanno malissimo. Stiamo attenti!