Da Roma arrivano spesso i racconti di Francesco circa i tassisti.
Abbiamo conosciuto quelli prepotenti ed arroganti, gli indisciplinati, ed uno che potremmo definire trasversale, senza dimenticare le differenze tra il tassista milanese e quello romano, raccontate da Luca Bizzarri in un articolo che peraltro mi ha segnalato proprio Francesco.
Segue il tassista un passo avanti, con la Prius, così come quello con le cinture di sicurezza posteriori fuori servizio ed oggi ecco il tassista fricchettone.
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Stamattina ho fatto una rapida scappata in un Ministero con una collega a portare dei documenti (roba di lavoro) che era meglio consegnare di persona al dirigente Tal de Tali.
Siamo andati in taxi con una vecchia Mercedes Classe C del 1994.
Abbiamo deciso che dovremmo scrivere un libro divertente (dal titolo semplicissimo: TAXI) in cui raccogliere i ritratti di tutti gli strampalati tassisti che abbiamo incontrato in anni di giri per Roma.
Oggi il tassista era un mezzo hippy fumato di circa 45 anni, uno che sembrava uscito da una Comune hippy o una Comunità di ex-tossici (più probabile, direi): simpatico, buono, gentile, ma sballatissimo.
Capelli lunghi brizzolati raccolti a coda, giubbotto di pelle. Pink Floyd a palla sullo stereo, ma cintura disciplinatamente indossata e guida prudente, fluida, tranquilla.
Avevo notato che dietro c’era il posacenere aperto con cicche dentro e puzza di fumo.
Ci fa: se volete fumare, fate pure tranquillamente.
Io gli dico: questo è un taxi libero…
Lui: Libero, come il suo proprietario.
Poi dice: vi dà fastidio la musica?
Io: No, anzi. Meglio dei tuoi colleghi che ascoltano solo trasmissioni sportive del piffero
Lui: E che, nun ce lo so?
Io: poi, i Pink Floyd…
Lui: è la musica adatta…
Io penso, ma non dico: adatta a che, poi? Stiamo andando in taxi, non fumando canne…
Davanti al Ministero un agente della Forestale ci è venuto vicino e gli dice, al tassista: Anvedi che figa, sta macchina… Mica la vendi? Aho, nun se ne vedono quasi più in giro… Anche io ce l’avevo una volta…
Insomma: gente divertente, i tassisti. Da scriverci un libro, davvero.
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Come mi aveva promesso, Pao mi ha inviato un articolo di Fiamma Satta tratto dalla rubrica (“Fuoco & Fiamma”) che la brillante conduttrice radiofonica scrive settimanalmente su “Vanity Fair”.
Articolo nel quale Fiamma Satta descrive le impressioni maturate sui tassisti milanesi nell’arco di 24 ore in cui ella ha preso parecchi taxi.
Premetto che, sebbene è parecchio tempo che non ascolto un suo programma alla radio, sono un notevole estimatore di Fiamma Satta, “romanissima” conduttrice e autrice di programmi e dalla fama (un po’ acquisita per vena genuina, un po’, forse, creata ad arte per esigenze di copione e personaggio) di rompiscatole, perfettina, logorroica, intransigente, intollerante, ligia e iper-rispettosa…
Celebri e divertentissimi erano i suoi duetti con il piacione, apatico e disincantato Fabio Visca nella trasmissione di culto “Fabio & Fiamma e la trave nell’occhio” andata in onda per anni e anni su Rai RadioDue.
Tornando a Bomba, o meglio ai taxi: in questo articolino, dal già molto esplicativo titolo “Sapessi come è umano prendere un taxi a Milano”, Fiamma Satta tinge un rapido, conciso ma preciso e chiaro elogio dei tassisti milanesi. Soprattutto riguardo le loro buone maniere e il senso di gentile ospitalità nei confronti del cliente, nonché delle attenzioni rispetto a regole, ambiente, sani principi e comportamenti.
In qualche modo, conferma quelle impressioni raccontate nell’articolo di Luca Bizzarri per la sua rubrica su “Riders”, che si può leggere nel link proposto da pao all’inizio di questo post, in cui il brillante attore evidenzia le differenze tra tassisti milanesi e romani.
E qui, in queste differenze, veniamo al punto.
La brillante ed eccessivamente romantico-sensibile (tanto da intenerire persino un tassista milanese pronto a regalarle un intero pacchetto di fazzolettini di carta per asciugar le lacrime: ahi, Fiamma! Mi sa che la ricerca dell’amore giusto, iniziata ai tempi di “Fabio & Fiamma…” ancor non ha visto luce, allora?) Fiamma Satta, in quell’articolo compie unicamente l’elogio dei tassisti milanesi.
Non fa parola, alcuna, riguardo ai tassisti romani. Come fa Bizzarri, invece.
Eppure Fiamma è romana e da Roma giunge, trovandosi a Milano solo per un giorno.
È proprio qui, il punto.
Il punto: nascosto e celato come un implicito, eppur agli occhi di tutti noi molto chiaro.
Fiamma viene da Roma: se si stupisce di quel comportamento – che comportamento? Strano, insolito, meritorio forse? No: normale, normalissimo – dei tassisti milanesi è, implicitamente ma inequivocabilmente, perché conosce i tassisti romani.
Si stupisce, non ce lo dice, perché inevitabilmente fa il paragone.
Altrimenti: non avrebbe senso questo suo stupore, tale da scriverci su un articolino.
Ora: io non ce l’ho, personalmente, con i tassisti romani. Anche da questo post si evince come, tra di essi, ci siano tante persone dallo splendido lato umano, interessanti, simpatiche, piacevoli, tipicamente “caciaroni” e chiacchieroni come si conviene a un romano.
Ma, indiscutibilmente, per i tassisti qui a Roma le regole sono quasi sempre un ostacolo al proprio lavoro, anziché un naturale aiuto. Così come, troppo spesso, buone maniere e rispetto (per i clienti, ma soprattutto per gli altri automobilisti e per i pedoni) vengono messi da parte come un ostacolo da aggirare.
È questo che indispettisce e rischia di mettere in cattiva luce una intera categoria come a farne, purtroppo ma inevitabilmente, un unico generico fascio d’erba.
Un aspetto, sicuramente, unisce le categorie di tassisti di Milano e di Roma: le ibride. Toyota Prius soprattutto e quasi totalmente. Sempre più diffuse tra i tassisti romani e, a sentirli, con loro grande soddisfazione. A impressione visiva, i tassisti romani che guidano la Prius sono pressoché sempre giovani, tra i 25 e i 40 anni soprattutto: età più sensibile, più attenta, più informata, più moderna, più economa?